News
Noah, tutte le curiosità del film di Darren Aronofsky
E’ appena uscito nelle sale Noah, il kolossal biblico diretto dal regista Darren Aronofsky, un film ispirato ad una storia di coraggio, sacrificio, speranza e redenzione. “Il pubblico si aspetta di ritrovare tutti i grandi momenti che hanno caratterizzato la storia di Noè: l’Arca, gli animali, i Nefilim, il primo arcobaleno, la colomba. Ma mi auguro che qui vengano colti in modo nuovo e sorprendente. Invece di ripetere ciò che è stato già visto, ci siamo attenuti strettamente a ciò che è scritto nella Genesi, cercando di ricreare sullo schermo un ambiente quanto più simile a quello biblico.” Eccovi alcune curiosità e retroscena interessanti su questo film straordinario.
1) Quella di Aronofsky è stata davvero un’impresa epocale, mai fatta prima d’ora, nessuno prima di lui aveva mai pensato di portare sul grande schermo e in modo quanto mai realistico, una storia biblica come questa, raccontandola in modo avvincente, riuscendo persino a trasmettere allo spettatore le stesse emozioni provate dal protagonista. La produzione ha cercato di attenersi il più possibile al testo biblico originale, rappresentando un viaggio a bordo di un’Arca autentica costruita a mano, seguendo tutti i dettagli riportati nelle Scritture. In ogni aspetto interpretativo del film, l’obiettivo del team creativo era principalmente quello di portare sullo schermo un’esperienza contemporanea di Noah e ciò che alla fine ne viene fuori è il ritratto di un uomo imperfetto, nuovo, vicino e reale, che afferma sempre la forza della propria fede.
2) Le uniche trasposizioni fatte sullo schermo di questo racconto biblico sono state soprattutto parodie, commedie o film d’animazione, solo nel 1928 la storia di Noè è diventata un film dal titolo l’Arca di Noè. Il ché vuol dire che la storia di questo personaggio non è mai stata considerata nella sua interezza, al punto da essere estrapolata dalle pagine della Bibbia per darle vita, né alcun regista ha mai avuto modo di approfondire il lato umano di Noè facendone addirittura un tema centrale, come nel film di Aronofsky.
3) Il punto da cui è partito il regista per scrivere la storia è stato immaginare come una famiglia sarebbe sopravvissuta dopo l’Apocalisse, dato che la Genesi non dice praticamente nulla a riguardo, non esistono nemmeno dialoghi né spunti sulle sensazioni provate da Noè, da qui l’esigenza di attingere a numerose fonti religiose, storiche e scientifiche per capire meglio la realtà di quest’uomo e il significato delle sue azioni, pur non attenendosi parola per parola alle Scritture.
4) Nella Genesi viene ordinato a Noè di costruire un’Arca e di portare in salvo una coppia di animali di ogni specie, ma non esiste alcuna descrizione su come riuscì a fare tutto questo da solo, ciò che viene fuori è quindi un approccio, da parte del regista, cinematograficamente emozionante e drammatico della figura di Noè. La volontà di Aronofsky era quella di andare oltre la semplice rappresentazione di un racconto epico, per cui ha iniziato attenendosi al testo originale della Genesi per poi spaziare liberamente anche nei dialoghi, dato che non si sa nulla sulla vita di Noè o su ciò che riguarda il pensiero o i dialoghi di questi personaggi. Nel film inoltre viene accentuato un aspetto di Noè solo accennato nella Genesi, ovvero che egli sia apparso ubriaco subito dopo aver raggiunto il Nuovo Mondo. Il regista, in questo caso, ha cercato di capire e spiegare che cosa avesse spinto un uomo come lui ad ubriacarsi dopo aver compiuto quell’impresa. La sua sfida più grande è stata quella di rendere più umana e comprensibile la sofferenza di Noè, cercando di rispondere ad alcune domande in modo cinematograficamente convincente, pur rimanendo fedele alle caratteristiche specifiche della Genesi .
5) Oltre alla Genesi, Aronofsky e lo sceneggiatore Ari Handel hanno consultato diversi testi sacri, tra cui I Rotoli del Mar Morto, Il Libro di Enoch e Il Libro dei Giubilei (o Piccola Genesi), cercando di rendere questo film alla portata sia dei credenti, che dei non credenti. Farlo rimanere quindi fedele al testo, ma riempirlo al tempo stesso di dettagli di fantasia.
6) Nei panni della moglie di Noè recita Jennifer Connelly, con la quale Crowe aveva già recitato in A Beautiful Mind. La moglie di Noè non viene citata nella Bibbia, ma Aronofsky e Handel hanno voluto approfondire nel film anche la sua figura, attribuendole il nome ebraico di Naameh, rendendola cosi parte integrante della storia, contrariamente a quanto accade invece nella Genesi. Nel film è una donna che cerca di tenere insieme la sua famiglia, malgrado le enormi difficoltà che incontrano nella loro missione per la salvezza del mondo, diventando così un personaggio molto suggestivo, che ha trovato ispirazione anche nei Proverbi 31, che parlano proprio di una moglie virtuosa che si cinge di forza.
7) Nel ruolo di Matusalemme, citato in un solo brano biblico, quello relativo al lignaggio che collega Adamo a Noè, recita il premio Oscar Anthony Hopkins, che incarna la saggezza e l’affidabilità, ma anche una straordinaria forza fisica. Secondo una leggenda ebraica infatti, Matusalemme possedeva una spada incisa con i vari nomi di Dio, con la quale sconfisse 10.000 demoni, motivo per cui il Matusalemme del film doveva possedere proprio quel genere di forza.
8) A rivestire i panni di Tubal-Cain invece è Ray Winstone che, seppur menzionato nel libro della Genesi, non fa parte della storia di Noè, ma Aronofsky e Handel lo hanno introdotto ugualmente nella sceneggiatura perché era discendente di Caino, il primo omicida, definito nella Bibbia come colui che costruiva armi da guerra. Per quel che riguarda i figli di Noè, Sem, Cam e Jafet, che daranno vita ad una nuova generazione sulla terra, nella Bibbia non viene specificata la loro età esatta e nel film si presume che avessero meno di 100 anni, perché il regista voleva che al pubblico apparissero più giovani rispetto al padre.
9) Dal punto di vista scenico è stata costruita, partendo da zero, una vera Arca, seguendo scrupolosamente tutti i riferimenti presenti nel testo biblico, un’Arca praticamente uguale a quella costruita da Noè. Se avesse scelto di costruirne una fatta in CGI sarebbe stato molto più semplice, ma non avrebbe mai reso l’idea al pubblico dell’imponenza del progetto che Noè doveva portare a termine, quindi si è attenuto alla descrizione fatta nella Bibbia, che la ritrae come un rettangolo. Il cast poteva toccarne le pareti, e salirci a bordo realmente. Nella Genesi le dimensioni dell’Arca sono: 30 cubiti di altezza, 50 cubiti di larghezza e 300 cubiti di lunghezza, la costruzione di quest’Arca da parte di Noè è stata frutto della disperazione, quindi non doveva essere un mezzo rifinito, ma funzionale. Per realizzarla con queste caratteristiche si sono ispirati all’arte, soprattutto alla prima visione apocalittica dell’artista tedesco Anselm Kiefer, perché le sue opere si basano proprio sulla disperazione, la bellezza e la brutalità.
10) E’ stato difficile persino reperire i materiali giusti, nella Bibbia infatti Noè è incaricato di utilizzare legno di cipresso, difficile da trovare a Long Island, ma desiderando costruire un’Arca che somigliasse ad una foresta anche nel suo interno, è stato utilizzato un telaio in acciaio, dei pavimenti in legno e realizzate poi delle grandi travi scolpite nell’Arca. Completati i disegni del progetto, la costruzione vera e propria è iniziata nel Planting Fields Arboretum State Park di Oyster Bay, a Long Island, in un campo erboso, e dopo più di cinque mesi è nata una costruzione alta 52 metri, mentre il resto è stato completato attraverso degli effetti speciali. Intanto anche una seconda arca veniva costruita per le scene di interni.
11) Il design dell’Arca è stato influenzato dai Fratelli Starn, scultori di New York che hanno creato il Big Bambù, una struttura complessa formata da migliaia di pali di bambù, in cima al Museo d’Arte Metropolitan. L’interno dell’Arca è costruito su tre livelli, però, anziché costruire ciascun livello uno a fianco all’altro, Aronofsky ha voluto che fossero costruiti uno sopra l’altro, per avere più dinamismo visivo.
12) L’illuminazione degli interni dell’Arca hanno rappresentato un ulteriore dilemma per i realizzatori, dato che la Genesi parla di una sola finestra presente all’interno della struttura, si è deciso così di costruire una grande fornace al centro dell’Arca, importante fonte di luce durante i quaranta giorni e le quaranta notti senza la luce esterna. I dettagli interni erano ancora più incredibili, sono stati costruiti infatti i tre piani reali dell’Arca e il risultato finale è stato il più grande set mai costruito prima a New York, perché solitamente per un film non si costruiscono più artigianalmente cose come questa.
13) Mentre l’Arca è palpabilmente reale, gli animali che vi entrano sono invece realizzati attraverso riproduzioni e in modo digitale. La creazione digitale ha dato così molta più libertà per rappresentare l’enorme diversità di tutto il regno animale. Sono stati creati digitalmente anche i Guardiani e il gigante Nefilim, che nella Genesi si dice abitasse le terre di Canaan.
14) Una delle decisioni più coraggiose di questo film è stato quello di girare tutto nel modo più realistico possibile, per le riprese infatti non è stata utilizzata la solita sabbia gialla presente negli antichi poemi epici, perché l’intenzione era quella di avere un paesaggio quanto più realistico possibile, ecco perché è stata scelta L’Islanda con i suoi splendidi paesaggi scuri, fatti di pietra lavica e valli incredibili, piene di cascate che raffigurano l’ Eden. Durante le riprese dei paesaggi naturali dell’Islanda, Aronofsky ha collaborato con il direttore della fotografia Matthew Libatique, utilizzando tecnologie d’avanguardia, tra cui la Spydercam sospesa e la CableCam, più una telecamera su cavi per ottenere inquadrature ed immagini più ampie, per quelle più ravvicinate sono state utilizzate invece telecamere portatili.
15) Proprio quando Noè finisce di costruire l’Arca, i cieli si oscurano, si aprono le chiuse e la pioggia più temibile che la terra abbia mai conosciuto inizia a cadere giù per quaranta giorni e quaranta notti. La creazione cinematografica di questo clima è stata fatta in modo tale che al pubblico sembrasse reale ed estremamente potente, il regista voleva infatti che l’effetto fosse talmente forte da impedire ai vari personaggi persino di vedersi e parlarsi tra loro.
16) Sotto l’Arboretum, dove è stato allestito il set dell’Arca, è stato sotterrato un vasto sistema di tubi d’acqua per realizzare l’effetto scenico della pioggia. In quel caso sono state utilizzate due pompe giganti collocate proprio dietro l’Arca ed alimentate da cinque serbatoi di contenimento, che arrivavano a contenere fino a 83 mila metri cubi d’acqua, serbatoi che rifornivano ciclicamente le pompe. Ai margini dell’Arca, tutto intorno al campo, è stato collocato invece un tubo per la conduttura, lungo 900 metri e formato da 12 pollici, che riforniva costantemente d’acqua grazie a delle gru giganti formate da una serie di barre di pioggia, che producevano a loro volta gocce di diverse dimensioni, comandate tutte da un iPad al fine di ottenere, a seconda della situazione, gocce enormi, piccole o la nebbia. Se invece entravano in funzione tutte e tre le gru, scendevano giù circa 19.000 litri d’acqua al minuto, il triplo di una normale scena di pioggia.
17) Il temporale si trasforma ben presto in un diluvio torreggiante ed esplosivo che si abbatte sul mare, diventando così il pezzo forte da realizzare con gli effetti visivi. Per creare questo effetto il regista ha esaminato molti dipinti, sia classici che religiosi, relativi al diluvio, perché l’intenzione era quella di riprodurne uno che fosse molto più di un semplice muro d’acqua che cade addosso. Per quanto riguarda la scelta dei costumi il regista si è ispirato all’abbigliamento delle culture antiche, arricchito poi da dettagli moderni e ad accessori high-tech invece per gli ambienti esterni. Mettendo insieme tutte queste influenze il risultato finale è qualcosa di veramente unico.
News
X-Files: una nuova serie in arrivo | Ryan Coogler a bordo del progetto

X-Files nuova serie – Newscinema.it (Foto: Ansa)
C’è una nuova versione di X-Files all’orizzonte e sarebbe firmata da Ryan Coogler.
“Ho appena parlato con un giovane, Ryan Coogler, che sta per rimettere in piedi X-Files con un cast diverso. Avrà il suo bel da fare” ha rivelato Chris Carter nel podcast della CBC On the Coast con Gloria Macarenko. 20th Television ha rifiutato di commentare la notizia al momento, ma Deadline ha contattato i rappresentanti di Coogler.
Il banner di produzione di Coogler, Proximity Media, ha un accordo esclusivo di cinque anni con Disney Television, che Deadline ha riportato in esclusiva nel 2021. Immaginare X-Files senza David Duchovny e Gillian Anderson è sicuramente strano e i fan avranno da ridire, ma magari gli attori faranno un’apparizione in qualche modo nella nuova serie spin-off.
X-Files: la serie originale
X-Files è stato presentato per la prima volta nel 1993 con David Duchovny e Gillian Anderson nei panni rispettivamente degli agenti speciali dell’FBI Mulder e Scully. Per 11 stagioni, il duo ha indagato su casi che coinvolgono il paranormale. Carter ha detto che la serie sarebbe totalmente diverso oggi come oggi, “siamo immersi nelle cospirazioni”.

Ryan Coogler – Newscinema.it (Foto: Ansa)
Ryan Coogler
Più di recente, Ryan Coogler ha firmato il sequel di Black Panther intitolato Wakanda Forever, che ha co-scritto e diretto. Il film ha ricevuto riconoscimenti nel circuito dei premi, tra cui cinque nomination agli Oscar. Classe 1986, Coogler ha frequentato l’USC School of Cinematic Arts e uno dei suoi primi cortometraggi, Locks, è stato premiato al Tribeca Film Festival.
Il suo primo film risale al 2013, dal titolo Prossima Fermata Fruitvale Station e poi ha diretto Creed – Nato per combattere, fino al progetto nella grande famiglia Marvel con la regia di Black Panther nel 2016. Come produttore è dietro anche a Space Jam: New Legends.
News
Ricomincio dal ventitré: la mostra di Giuse Rogolino dal 31 Marzo al 13 Aprile a Roma

La mostra di Giuse Rogolino – Newscinema.it
Dal 31 marzo -13 aprile 2023 Medina Art Gallery presenta “Ricomincio dal ventitré” – Opere dal 1974 al 2023, mostra personale di Giuse Rogolino nella galleria di Via Angelo Poliziano 32-34 a Roma.
L’evento di opening si terrà il giorno 31 marzo 2023 alle ore 18:00 in via Angelo Poliziano 32-34 con la presentazione della curatrice Guendalina Fiammenghi.
Medina Art Gallery inaugura la prima mostra antologica di Giuse Rogolino, scultore, pittore, video-designer e giornalista, che ha fatto dell’arte un potente manifesto di battaglie sociali. Rogolino rivela fin da giovane una forte propensione per l’arte. La sua espressione artistica si sviluppa e matura velocemente, tanto da portarlo ad avere, prima dei 24 anni, diverse mostre all’attivo. È nel 1975 che debutta come artista professionista, con la prima mostra personale di scultura alla Galleria d’arte “Il Babuino”.
Rogolino dagli anni ’70 a oggi
Negli anni ’70 è stato un precoce insegnante del Liceo artistico di Roma. Dal 1977 al 1979 è stato impegnato nella realizzazione del monumento in pietra e bronzo, “Contro ogni violenza”, posto in piazza Walter Rossi a Roma. Quest’ultimo è stato oggetto di un importante lavoro di ripristino, fatto dallo stesso scultore su richiesta della Sovrintendenza Capitolina, tra il 2021 e 2022. Successivamente, dagli anni ’80 fino al primo decennio del 2000, Rogolino inizia a lavorare per la RAI in qualità di art director, dove dapprima rivoluziona l’immagine del Tg1, poi nel 1999 firma la Corporate identity nel primo canale All-news della Rai: RaiNews24, ma sempre mantenendo attiva una produzione artistica analogica. Nelle opere di Rogolino si osservano i risultati della ricerca di un nuovo linguaggio artistico che scopre la sua espressione migliore nell’unione tra astratto e figurativo.

Ricomincio dal Ventitré – Newscinema.it
Le opere di Giuse Rogolino
“La geometria delle sue opere si adatta al materiale cui è delegato il messaggio, come in una ricerca perenne delle parole giuste, dei segni perfetti. Il pensiero dell’artista si traduce e si modella con nuove forme nell’argilla, realizzando sculture altamente simboliche che richiamano alla storia più antica e recente, ma sempre estremamente attuali. Nelle sue tele, inesorabili linee dividono, sezionano e rinchiudono i ritratti dei martiri d’oggi. Infine, riprendendo la tridimensionalità delle sculture ed i contrasti cromatici delle pitture, Rogolino lavora ai suoi ibridi, dove la materia incontra il colore creando opposizioni decise e magnetiche”.
Le opere in mostra, caratterizzate da polimaterismo e potente dialettica, propongono un intimo viaggio nella vita umana, composta da storie e sentimenti che appartengono sia al singolo che alla collettività. Durante l’inaugurazione sarà possibile assistere alla proiezione del video-documentario sui 200 giorni di restauro (inaugurato il 24 aprile 2022) del monumento dedicato a Walter Rossi, intitolato “Contro ogni violenza” di Giuse Rogolino.
In breve:
Titolo Mostra: “Ricomincio dal ventitré” – Opere dal 1974 al 2023
Artista: Giuse Rogolino
Opening Mostra: venerdì 31 marzo alle ore 18:00
Durata Mostra: dal 31 marzo al 13 aprile 2023
Luogo: Medina Art Gallery | Via Angelo Poliziano 32-34 | 00184 – Roma
Contatti Medina Roma Art Gallery:
Email: info@medinaroma.com – Tel. +39 06 960 30 764
Website: https://www.medinaroma.com/
Social: facebook.com/medinaroma.arte / instagram.com/medinaroma.arte
Orario apertura: Dal lunedì al venerdì 10:00-13:00 e 15:00-19:00
News
La Sirenetta: Halle Bailey rivela le difficili condizioni di lavoro sul set | “13 ore in acqua”

Halle Bailey – Newscinema.it
Con l’uscita della Sirenetta alle porte, l’attrice Halle Bailey ha raccontato com’è stato lavorare in questo film. Non è stato semplice come potreste immaginare.
La Sirenetta arriverà finalmente al cinema il 24 maggio 2023. Fin dal suo primissimo annuncio, il film ha ricevuto tantissime critiche, soprattutto per la scelta di una protagonista che non rispettasse l’aspetto del personaggio originale Disney. Halle Bailey ha risposto che si aspettava l’arrivo di commenti razzisti e fuori luogo, ma questo ovviamente non li giustifica.
La lavorazione di questo live action è stata molto lunga e difficoltosa e ha richiesto diversi anni di tempo. Si pensi che i provini per la scelta del cast sono cominciati nel 2018, ma poi, soprattutto a causa del covid e delle sue conseguenze, i tempi si sono notevolmente allungati. In più, anche la realizzazione a livello tecnico non è stata così semplice e immediata, dal momento che i Walt Disney Studios hanno dovuto girare per la prima volta un film che per una buona parte è ambientato sott’acqua.
Finalmente, le riprese si sono concluse, tutto è pronto e bisogna solo aspettare il 24 maggio. Di recente, Halle Bailey ha svelato com’è stato collaborare alla Sirenetta e ha rivelato le difficili condizioni di lavoro sul set.
La Sirenetta, Halle Bailey rivela i segreti del set
Halle Bailey ha rilasciato di recente un’intervista per Edition, dove ha raccontato la sua esperienza sul set della Sirenetta. Interpretare questo ruolo non è stato semplice e, in particolare, è stato faticoso a livello fisico. Ha spiegato, infatti, che rimaneva in acqua per diverse ore al giorno, anche più di dieci. “Rimanevo in acqua anche per tredici ore, oppure su un’imbracatura per ore e ore. Ho spinto i miei limiti fino a dove non avevo mai fatto prima“.

Halle Bailey – Newscinema.it
Infine, recitare in un film così lungo da realizzare l’ha anche accompagnata nella sua crescita. “Mi sento come se fossi cresciuta con lei. Avevo 18 anni quando ho fatto il provino, 19 quando ho ottenuto la parte e ne faccio 23 quest’anno. Quindi credo, onestamente, che Ariel mi abbia aiutata a crescere“.
Infine, ha spiegato di essere fiera di come ha sfruttato il suo personaggio e di aver portato sugli schermi una Ariel mai vista prima, che non abbandona l’oceano semplicemente per inseguire un ragazzo, ma proprio per una scelta di vita. In seguito, l’attrice ha corretto le sue parole, spiegando che queste caratteristiche esistevano già nella giovane sirenetta, ma che lei e tutta la troupe si sono impegnati per renderle ancora più evidenti rispetto alle versioni precedenti.
- Gossip3 settimane ago
“Persona di emme, ma…”: urla e parolacce nella notte al GF VIP | La regia alza la musica per non far sentire
- Gossip3 settimane ago
“Non posso più fingere”: futuri genitori a Uomini e Donne | Stanno insieme da poco, ma è successo
- Gossip3 settimane ago
“Non morirai”: la verità sulla fine della storia tra Andrea Delogu e Francesco Montanari |Non c’era niente da fare
- News3 settimane ago
Oscar 2023: dove vedere i film, cortometraggi e documentari candidati
- Gossip2 settimane ago
Non indovinerete mai chi è questo giovane uomo con Alba Parietti in una foto del 1994 | Il noto opinionista RAI è irriconoscibile
- Gossip1 settimana ago
“Sono etero, ma ho amato Carmine”: la rivelazione di Giuseppe Fiorello | Amore vero
- Gossip2 settimane ago
Marco Liorni, l’annuncio è arrivato all’improvviso: “Si è sentito male”
- Gossip2 settimane ago
“Mi sto ancora riprendendo”: Can Yaman in convalescenza in Italia dopo mesi da incubo | Cosa è successo?