Venezia 75, Capri Revolution: Mario Martone prosegue il suo discorso su progresso e natura

Capri Revolution sembra partire da dove terminava Il Giovane Favoloso, non solo dal punto di vista geografico (ci troviamo nuovamente in Campania, luogo di morte di Leopardi) ma soprattuto tematico. Se il poeta marchigiano prima della sua scomparsa si interrogava sulle modalità con le quali il progresso potesse integrarsi con la natura senza distruggerla e sovrastarla, adesso Mario Martone vuole raccontare la storia di Lucia, giovane allevatrice che sull’isola di Capri scopre una comune di nordeuropei che vive secondo modi e regole diversi da quelli della società civile ed industrializzata. Il tono che Martone sceglie per il suo film è quello delle favole, eppure in Capri Revolution manca quella leggerezza che da sempre contraddistingue quel genere di racconti.

Le dinamiche che “regolano” la comune di Seybu e dei suoi compagni sono solo vagamente accennate e le loro idee sul mondo vengono spiegate a chi guarda con il didascalismo dei dialoghi e non attraverso ciò che avviene effettivamente su schermo. Lucia, come il regista del film di cui è protagonista, intraprenderà un percorso alla scoperta di un nuovo modo di vivere che lei non avrebbe mai pensato di poter adottare, fatto di epifanie spesso “rivoluzionarie” per la sua visione così ristretta dei rapporti sociali ma su cui si stende sempre un velo di ambiguità. I discorsi sulla libertà dei membri della comune sono effettivamente meritevoli di attenzioni o piuttosto i vaneggiamenti di folli che si oppongono ad un inevitabile progresso, come invece sostengono gli  stimati “intellettuali” dell’isola ?

Capri Revolution: il film di Martone rimane in superficie

Proprio questa ambiguità, che il film costantemente suggerisce allo spettatore, non verrà mai effettivamente risolta e Capri Revolution non riuscirà ad andare a fondo nei temi (pur interessanti) che vorrebbe analizzare. La sceneggiatura sorvola su alcuni snodi narrativi che avrebbero meritato ben altro approfondimento e non utilizza mai la messa in scena per suggerire qualcosa di diverso da quello che emerge dalla semplice lettura delle vicende proposte. La vera forza del nuovo lavoro di Mario Martone, invece, sta nella maniera in cui riesce a descrivere una società animata (nel senso più alto del termine) dai conflitti che si svolgono in seno ad essa: ci sarà il conflitto bellico sullo sfondo, ma anche quello che avviene fra i diversi membri della comune ed infine la dialettica fra due concezioni forse inconciliabili (o forse no) di progresso.  

Quello di Capri Revolution è un film forse anacronistico, dalla impostazione fin troppo classica, in cui gli elementi principali che lo costituiscono non sono mai davvero fuori posto (la regia è buona, così come la recitazione degli attori) ma utilizzati secondo forme sempre riconducibili ad un linguaggio che appartiene al passato e non ad un cinema moderno che vorrebbe fare della sofisticazione uno dei suoi punti di forza. 

 

Capri Revolution – TRAILER

https://www.youtube.com/watch?v=bXtER5DSd7c