Abbiamo visto in occasione della sedicesima edizione del Far East Film Festival uno dei sequel più attesi degli ultimi tempi: The Raid 2 – Berandal. Scritto, diretto e montato da Gareth Evans e interpretato da Iko Uwais The Raid 2 – Berandal continua le vicende dell’ex poliziotto Rama (Iko Uwais), questa volta alle prese con le diatribe di due delle più potenti caste mafiose, i Bangun e i Goto. Costretto a trascorrere due anni in prigione per entrare nelle grazie di Uco (Arifin Putra), il figlio del capo dei Bangun, Rama ottiene l’appoggio e il sostegno della famiglia mafiosa. Ma il pericolo è dietro l’angolo. Perché Uco, insoddisfatto del poco rilievo affidatogli dal padre, decide di allearsi con il crudele Bejo (Alex Abbad) per accendere una battaglia all’ultimo sangue tra i Bangun e i Goto e distruggere una volta e per tutte i nemici di sempre. Rama, che si era infiltrato solo per proteggere la sua famiglia, si troverà al centro della battaglia tra i Bangun e i Goto e ancora una volta lotterà con tutte le sue forze per sopravvivere.
A distanza di tre anni dal primo irresistibile capitolo Gareth Evans ritorna a raccontare le vicende di Rama, e distrugge ogni stereotipo dei sequel che non possono essere all’altezza dell’originale. Perché The Raid 2 raddoppia l’azione, il divertimento e il sangue regalando al pubblico in sala 148 minuti di grande intrattenimento. Rama questa volta non è più intrappolato all’interno di un palazzo e Gareth Evans sfrutta questa nuova realtà del suo protagonista per costruire incredibili battaglie in posti inediti, come la metropolitana, il pub o i grattacieli dei Bangun, senza rinunciare a sviluppare anche un inseguimento automobilistico all’ultimo sangue per le affollate strade indonesiane. La caratteristica esaltante di un film come The Raid 2 è proprio la regia di Evans: sporca ma allo stesso tempo ben definita, perennemente in movimento (più volte si ha la sensazione che la telecamera compia le stesse acrobazie dei protagonisti) ma sempre stabile, violenta e cruda ma mai grottesca o trash.
Iko Uwais
, protagonista del film e maestro della tradizionale arte marziale indonesiana Pencak Silat, realizza scene di combattimento talmente adrenaliniche da togliere il fiato più volte al pubblico in sala e alcune scelte gore di Evans e alcuni bizzarri personaggi (in primis la ragazza muta armata di martelli) ricordano il Quentin Tarantino di Kill Bill. Il finale aperto del film lascia spazio ad un probabile terzo capitolo della serie The Raid. E questo incredibile, avvincente e adrenalinico secondo capitolo ci lascia con la voglia di vedere ancora Rama in azione. Caratteristica che fa di The Raid 2 uno di quei pochi sequel in grado di superare l’originale.