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Le 10 migliori scene d’azione in tv del 2015

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Come ben sappiamo, la linea che divide il cinema e la televisione è sempre più labile. Da circa un decennio gli show americani sono diventati dei veri e propri capolavori di regia, sceneggiatura e produzione che non hanno nulla da invidiare ai prodotti destinati al grande schermo. L’ultimo dei grandi risultati raggiunti dalle serie tv è proprio il realismo delle scene d’azione; ecco perché in questo speciale abbiamo deciso di racchiudere le dieci migliori sequenze d’azione che abbiamo avuto la fortuna di vedere nel corso degli ultimi dodici mesi. Le scene sono state selezionate e votate analizzando la qualità della produzione e gli effetti sul pubblico mondiale; un buon motivo per dare una occhiata qui sotto alle 10 migliori scene d’azione in tv del 2015:

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10) SupergirlSupergirl vs. Reactron: Supergirl è una delle ultime avventure targate DC approdate sul piccolo schermo. Il telefilm, ideato da Greg Berlanti, Ali Adler e Andrew Kreisberg, vede la super-eroina Kara (Melissa Benoist) affrontare tanti terribili villain tra cui Reactron (Chris Browning), l’antagonista numero uno di Supergirl. Lo scontro, contenuto nel terzo episodio della prima stagione e caratterizzato da spettacolari effettivi visivi e da coreografie mozzafiato, non ha nulla da invidiare in termini di qualità, ritmo ed eleganza ai cinecomics che vediamo sul grande schermo; inoltre la bella Kara può finalmente smettere di vivere all’ombra del famoso cugino Superman e diventare l’eroina che merita di essere.

9) The Walking DeadI lupi attaccano Alexandria: Come ben sappiamo, gli zombie non sono gli unici antagonisti dei protagonisti di The Walking Dead. Nel secondo episodio della sesta stagione i temibili Lupi hanno fatto il loro ingresso trionfale nella serie attaccando violentemente i residenti di Alexandria per impadronirsi delle loro armi da fuoco. Ad ostacolarli ci ha pensato la coraggiosissima Carol, una delle kick ass più toste della tv, che ha risposto all’assedio con altrettanta grinta e violenza. Lo scontro non è solo uno dei momenti più intensi nella storia dello show ma anche la dimostrazione che The Walking Dead, a distanza di sei anni dal debutto, continua ancora a regalare grandi emozioni.

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8) Game of ThronesL’invasione degli Estranei: Uno dei momenti più spettacolari della quinta stagione di Game of Thrones è sicuramente l’attacco degli Estranei. Caratterizzato da incredibili effetti speciali, epiche scene di azione e un pizzico di horror, lo scontro vede Jon Snow (Kit Harington) lottare contro delle terribili creature sovrannaturali. Molti fan dello show considerano questa sequenza non solo la migliore dell’anno ma anche di tutte le stagioni prodotte finora; un buon motivo per inserirla tra le scene action che abbiamo amato di più nel 2015.

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7) The FlashFlash/Firestorm/Arrow vs. Reverse-Flash: La prima stagione di The Flash è stata apprezzata dal pubblico e dalla critica mondiali per gli spettacolari effetti speciali di velocità del mitico Barry Allen (Grant Gustin), per il cross-over con Arrow e anche per le incredibili scene action. Una sequenza che racchiude tutti questi punti di forza è proprio lo scontro tra l’eroico trio composto da Flash, Arrow (Stephen Amell) e Firestorm (Robbie Amell) e il villain Reverse-Flash; un momento di grande azione ed emozione che apre le porte ad ulteriori cross-over tra le serie targate The Cw The Flash e Arrow.

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6) ArcherLa vendetta: Creata da Adam Reed nel 2009 per il canale televisivo FX, Archer racconta la storia dell’International Secret Intelligence Service, l’agenzia di spionaggio fittizia dove lavora l’egocentrico ed egoista Sterling Malory Archer. Oltre ad essere l’unica sequenza animata della nostra lista, lo scontro tra Archer e Conway segna il culmine di sei anni di risentimenti tra i due protagonisti; un momento unico da vedere e rivedere per apprezzare la cura del dettaglio e la sana dose di violenza di questo incredibile show animato.

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5) The LeftoversKevin finisce nel mondo dei morti: Tra le serie più surreali degli ultimi anni c’è sicuramente The Leftovers, il dramma targato HBO con Justin Theroux e Liv Tyler. Nell’episodio “International Assassin” Kevin (Justin Theroux), dopo aver bevuto uno strano veleno, finisce nel regno dei non morti dove indossa i panni di un assassino internazionale. Inutile anticiparvi che in questa bizzarra realtà parallela Kevin sarà il protagonista di una delle migliori lotte corpo a corpo della storia della televisione; una rissa che non ha nulla da invidiare ai combattimenti mozzafiato di film come Skyfall e The Bourne Identity.

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4) Ash vs Evil DeadAsh vs. Deadites: Chi ama Sam Raimi e la saga de La Casa è sicuramente rimasto colpito dall’incredibile sequenza d’azione presente nel pilot della serie Ash vs. Evil Dead. Nell’episodio El jefe diretto da Sam Raimi e interpretato ancora una volta da Bruce Campbell, Ash torna a lottare, armato di fucile a pompa e motosega, contro un Deadite, un essere posseduto da un demone Candariano. La sequenza, caratterizzata dall’azione, l’ironia e il gore di un classico del cinema di genere come L’armata delle tenebre è un vero guilty pleasure da non perdere per nulla al mondo.

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3) Arrow: La quarta stagione di Arrow ha riportato in auge lo show grazie a delle scene di azione a dir poco incredibili. Una di queste è sicuramente quella che vede il Team di Arrow tentare in tutti i modi di catturare Andy, il fratello di John Diggle (David Ramsey). La sequenza, oltre ad essere brillantemente diretta dallo stunt coordinator James Bamford, vede gli incredibili Arrow (Stephen Amell), Black Canary (Katie Cassidy) e Ray Palmer (Brandon Routh) uniti nella lotta contro il crimine; un momento epico che, prendendo le distanze dal debole debutto nel 2012, apre le porte dello show a tanti altri eroi DC.

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2) Banshee Nola vs. Burton: Uno degli show più cool e inspiegabilmente sottovalutati degli ultimi anni è sicuramente Banshee, la serie televisiva statunitense creata da David Schickler e Jonathan Tropper per il canale Cinemax. Caratterizzata da azione, violenza e un pizzico di gore, la sequenza in questione vede Nola (Odette Annabelle) e Burton (Matthew Rauch) scontrarsi in un terribile corpo a corpo dal sapore tarantiniano. La lotta è infatti lunga, brutale e decisamente raccapricciante. Inoltre il montaggio è costruito strategicamente per dare l’impressione allo spettatore di vedere una sequenza unica. Clicca qui per vedere questo epico scontro.

1) Daredevil: Lo scontro nel corridoio: Uno dei maggiori punti di forza dello show targato Netflix è sicuramente la considerevole dose di azione, degna del migliore dei 007 interpretati da Daniel Craig. Nel secondo episodio della prima serie Darevedil (Charlie Cox) si scontra contro un gruppo di mafiosi russi per salvare un bambino. Quello che rende spettacolare questa scena è l’unicità con cui evidenzia la stanchezza e il dolore del celebre diavolo rosso. Come in Banshee la scena, non presentando tagli, non dà tregua allo spettatore e allo stesso tempo enfatizza l’umanità di Daredevil che, a differenza di Captain America e Thor, non ha poteri sovrannaturali. Il mix di realismo, emozioni e spettacolarità di questa iconica sequenza ci ha talmente colpito da regalarle la numero uno tra le dieci migliori scene action della tv del 2015.

Fonte: CinemaBlend

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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The Last of Us: recensione no spoiler della prima stagione | Tiriamo le somme

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La recensione di The Last of Us – Newscinema.it

La prima stagione di The Last of Us è giunta al termine con il nono episodio in onda su NowTv e Sky. Dopo averla vista tutta, settimana dopo settimana, vi diciamo cosa ne pensiamo in una video recensione.

Si è conclusa da poco la prima stagione di The Last Of Us, la serie targata HBO ispirata all’omonimo videogioco che ha riscosso un enorme successo in tutto il mondo. Suddivisa in nove episodi di durata variabile e ambientata in un mondo post-apocalittico, The Last of Us continuerà con la seconda stagione già confermata.

Noi l’abbiamo vista tutta e nella video recensione qui sotto potete scoprire cosa ne pensiamo. Analizziamo pro e contro, condividiamo il nostro punto di vista su vari dettagli della serie e vi mostriamo anche un curioso video in cui è montato il videogioco con la serie in modo alternato per sottolineare la fedeltà di questa con il materiale originale.

La video recensione della prima stagione di The Last Of Us

The Last of Us: di cosa parla la serie

La serie HBO si svolge 20 anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, uno scaltro sopravvissuto, viene incaricato di far uscire di nascosto Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante attraverso gli Stati Uniti nel quale i due dovranno dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Tra le star della prima stagione troviamo Pedro Pascal e Bella Ramseynei panni dei due protagonisti principali insieme a  Gabriel Luna, nel ruolo di Tommy, Anna Torv che interpreta Tess, Nico Parker è Sarah, Murray Bartlett è Frank, Nick Offerman è Bill, Melanie Lynskey è Kathleen, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene, Jeffrey Pierce interpreta Perry, Lamar Johnson è Henry, Keivonn Woodard è Sam, Graham Greene è Marlon ed Elaine Miles riveste i panni di Florence. Fanno parte del cast anche Ashley Johnson e Troy Baker (qui trovate la guida ai personaggi della serie).

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YOU 4: un professore che vive a South Kensington? | Gli errori dell’ambientazione inglese

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La locandina di You – Newscinema.it

La seconda parte della quarta stagione di You comincerà il 10 Marzo su Netflix. In attesa dei nuovi episodi andiamo ad analizzare alcuni errori della sua ambientazione londinese. 

La quarta stagione di You è iniziata circa un mese fa e il 9 marzo riprenderà anche la seconda parte. Dopo aver lasciato gli Stati Uniti e la sua vecchia vita, Joe Goldberg (Pen Badgley) si è trasferito a Londra, dove ha rubato l’identità di un professore universitario. Tutta la nuova stagione si svolge, quindi, nella capitale inglese, ma i fan hanno notato diversi errori sull’ambientazione europea che non si vedevano dai tempi di Emily in Paris.

Joe “ama” camminare

Nella serie, Joe dichiara che non gli dispiace camminare un po’ per recarsi al lavoro. Tuttavia, la distanza tra l’università nell’East London e il suo appartamento nel South Kensington è semplicemente ridicola. Per arrivare da un punto all’altro camminando, infatti, occorrono due ore: quattro, se si considera andata e ritorno. Una persona che percorre quattro ore a piedi tutti i giorni per andare a lavorare non è molto realistico.

Un professore che vive nel South Kensington

Dopo essersi trasferito, Joe smette di essere un bibliotecario e si trasforma in un docente universitario molto stimato. Per quanto un professore universitario possa essere una professione redditizia, è altamente improbabile che uno stipendio del genere basti per permettersi un appartamento come quello di Joe.

Il South Kensington è uno dei quartieri più costosi di Londra, dove un trilocale costa in media tra i due e i tre milioni di sterline. In un’intervista a Wired, l’attore ha spiegato che Joe può pagare la casa grazie all’eredità di Love, ma appare comunque una cifra improbabile.

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L’appartamento di Joe – Newscinema.it

Un camino in ogni angolo

Si può notare che praticamente ovunque vada, Joe si ritrovi in un luogo dove c’è un camino, quasi a volere restituire un’ambientazione londinese vittoriana. Tuttavia, oggi a Londra i camini nelle case non sono così tanti, quasi il contrario. A partire dal 1956, infatti, il governo ha iniziato una campagna per eliminarli, in modo da diminuire il tasso di inquinamento e fumo nelle zone pubbliche.

L’esagerazione dello slang

Senza dubbio, lo slang inglese è molto popolare ed esistono tantissimi meme e parodie sulle differenze tra l’inglese e l’americano. Tuttavia, gli scherzi e le incomprensioni nella serie su questo fatto sono semplicemente esagerate. Basti pensare alla scena in cui Joe si trova in aula e non capisce che cosa si intenda con la parola “pants“. Un’intuizione non così difficile da comprendere, considerato il contesto.

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Incastrati 2: la recensione della serie Netflix | Ficarra e Picone alzano l’asticella

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Ficarra e Picone nella serie Incastrati (fonte: Netflix)

Ficarra e Picone nella serie Incastrati (fonte: Netflix)

La seconda stagione di Incastrati, serie Netflix ideata da Ficarra e Picone, prosegue sulla strada tracciata dalla prima, ovvero quella di ironizzare sulla dipendenza fanatica da serie tv, ma stavolta affina i propri meccanismi narrativi e lascia più spazio ai comprimari per emergere.

Lo schema logico della seconda stagione di Incastrati è identico a quello della prima: partendo dall’irriverente premessa, comicamente insolente verso lo stesso formato (quello seriale) scelto per inscenare le solite vicende di paese e di criminalità più o meno organizzata, Ficarra e Picone innescano una lunga una catena di equivoci e disavventure che sono il pretesto per fare satira sulla ‘cupola’ mafiosa, sulle sue connivenze con la “società civile” e sui meccanismi grotteschi che regolano il mondo dell’informazione che deve raccontarla.

Una scena dalla seconda stagione di Incastrati (fonte: Netflix)

Una scena dalla seconda stagione di Incastrati (fonte: Netflix)

Salvo Ficarra, nonostante tutto quello che è successo nella prima stagione, è ancora “incastrato” da un prodotto televisivo di pura invenzione (estremamente semplicistico e dozzinale come la media dei prodotti su piattaforma). E anche in questa seconda stagione, la serie entra ed esce dalla fittizia centrale di polizia dell’ispettore Jackson, protagonista di The Touch of the Killer e poi del sequel The Look of the Killer, che sia Salvo che sua ex-moglie Ester (per sentirlo più vicino dopo la separazione) seguono assiduamente.

Stavolta questo sottotesto è ancora più esplicito, le due serie (quella finta e quella vera) dialogano in maniera molto più serrata e sono sempre più frequenti i momenti in cui Ficarra e Picone si fermano per riflettere sui tempi delle serie tv, per giocare sugli stereotipi di quel tipo di narrazione, sugli incroci spesso assolutamente inverosimili tra la trama poliziesca e le vicende sentimentali dei protagonisti.

E persino per scherzare sulle diverse tipologie di prodotto televisivo e i diversi target di pubblico a cui questi si rivolgono (Robertino, il figlio di Agata, è appassionato di The Body Language, un’altra serie tv, molto più moderna e sofisticata di quella di cui è appassionato Salvo).

Incastrati | il ritorno su Netflix di Ficarra e Picone

I due comici siciliani lasciano maggiore spazio agli attori secondari, facendo emergere pian piano, in poche ma fondamentali scene, i personaggi di Tony Sperandeo nei panni di Cosa Inutile, quello di Sergio Friscia nel ruolo del retorico giornalista locale Sergione e soprattutto quello del procuratore capo Leo Gullotta (la sua entrata in scena è il vero punto di svolta di tutta la stagione).

Approfondendo questi comprimari, la seconda stagione di Incastrati ne guadagna in complessità, spesso ribaltando il giudizio che su di loro gli spettatori avevano maturato nelle prime puntate (c’è sempre qualcosa di peggio in agguato) e liberando quelle che inizialmente erano solo maschere grottesche dalla loro bidimensionalità, lavorando invece di sfumature per renderle drammaturgicamente interessanti.

Una scena dalla seconda stagione di Incastrati (fonte: Netflix)

Una scena dalla seconda stagione di Incastrati (fonte: Netflix)

Come spesso è accaduto poi nella carriera di Ficarra e Picone, bravissimi nel mettere in scena senza sconti le piccolezze dei loro connazionali, anche in Incastrati ci sono scene che involontariamente dialogano direttamente con l’attualità e con la cronaca degli ultimi mesi (quasi profetica, ad esempio, tutta la sottotrama del medico che agevola la latitanza di Padre Santissimo), fino ad arrivare a un finale che sembra essere stato scritto appositamente dopo la cattura di Matteo Messina Denaro (e che, invece, è “solo” frutto della penna di due autori sempre più raffinati).

Ancora una volta, Incastrati trova il modo di collegarsi direttamente a quel cinema di Rosi, Damiani e Germi, che Ficarra e Picone consapevolmente citano e indicano come loro stella polare. Eppure, questa seconda stagione della serie Netflix, se pur non sempre eccellente nella fattura registica e nel ritmo della narrazione, fa emergere la maturazione autoriale di due comici che hanno ormai le idee chiarissime sul loro lavoro e sul tipo di racconto che vogliono fare.

Le nuove sei puntate di Incastrati dimostrano come l’incursione seriale di Ficarra e Picone non sia stata solo un “capriccio” per presentarsi come moderni e salire sul carro del vincitore (le serie sul cinema?), ma come sia in realtà un coerente nuovo tassello della loro poetica.

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