Lontano da qui, la recensione del film con Maggie Gyllenhaal

Sara Colangelo è solo alla sua seconda prova dietro la macchina da presa dopo Little Accidents, inedito in Italia, ma adesso, dopo il successo del suo nuovo film, una carriera felice le si prospetta davanti, considerando il grande interesse di Hollywood verso le donne alla regia. In questo remake da lei diretto di The Kindergarten Teacher, film israeliano di Nadav Lapid del 2014, la regista italoamericana sceglie di pescare i suoi attori direttamente dal mondo della televisione americana. Le serie tv negli ultimi anni, prodotti prestigiosi e non più lavori poco raffinati, hanno lasciato sempre più spazio ad attori e attrici che tanto hanno dato al cinema ma che adesso riescono a fatica a ritagliarsi ruoli da protagonisti nei film per il grande schermo (Laura Dern, ad esempio) e a quegli interpreti che nel corso della loro carriera non hanno avuto grandi opportunità per brillare in ruoli principali. È questo il caso di Maggie Gyllenhaal, regina di una serie acclamata in America come The Deuce, di cui è anche produttrice, e che in Lontano da Qui (questo il titolo in italiano del film) regala una delle sue prove più sottili e brillanti.

Anche il cast di contorno viene dal mondo del piccolo schermo: Michael Chernus è il famoso Cal Chapman di Orange Is the New Black, Anna Baryshnikov ha lavorato in tv prima del successo con Manchester by the sea, così come Rosa Salazar, che dalla tv è nata e adesso si accinge ad essere la Alita diretta da Robert Rodriguez nel film prodotto da James Cameron. In questa ensamble fa forse eccezione Gael García Bernal (giovane esordiente con Y tu mamá también e poi il Che ne I diari della motocicletta) che comunque veste i panni di un insegnante di poesia non così diverso dal maestro di musica da lui interpretato nella serie Mozart in the Jungle

Lontano da qui: la prova di Maggie Gyllenhaal

Sarebbe stato facile, narrando la storia di una donna che decide di proteggere un suo piccolo alunno da una società indifferente al suo talento, cadere nella tentazione di tratteggiare un personaggio femminile di quelli banalmente dolci ed ostinati, che vede nel giovane Jimmy il figlio che avrebbe sempre voluto, interessato alle arti e non tanto ad una carriera militare o imprenditoriale (come invece lo sono i suoi veri figli). Eppure Lisa è una donna dalla personalità ambigua ed imprevedibile, che usa il suo aspetto materno e rassicurante per nascondere ossessioni ed atteggiamenti quasi maniacali. Man mano che quindi cresce il suo senso di responsabilità nei confronti di Jimmy, il comportamento di Lisa diventa più aggressivo, fino a quando la linea del buon senso viene oltrepassata e lei diventa la cattiva della storia. 

Il suo reale scopo non è effettivamente quello di garantire il successo di Jimmy, ma di dimenticare i propri fallimenti. Il comportamento disperato di Lisa diventerà sempre più chiaro, fino a quando lo stesso ragazzino non capirà che qualcosa non va nella loro relazione. Lontano da Qui è quindi un film che, in superficie, appare terribilmente velleitario nei temi: quello della crisi di mezza età ma anche quello della poesia, analizzata attraverso la spontanea passione di un bambino nei confronti di questa forma artistica. In realtà il film riguarda tutte queste cose, certo, ma alla base c’è una storia di idealismo tutt’altro che tenera e sensibile.

Lontano da qui: comprendere i personaggi

Come nel cinema di Hirokazu Kore’eda, nel quale i personaggi compiono sempre le scelte meno condivisibili ma mossi dai sentimenti più cristallini, così alla fine di Lontano da qui si arriverà quasi a comprendere (e forse giustificare) le azioni di Lisa. È un processo a cui lo spettatore si avvia in maniera naturale, senza essere “condotto” per mano dal film, che non vuole a tutti i costi convincere chi guarda della bontà dei sentimenti della sua protagonista. La cosa interessante di Lisa è il suo essere allo stesso tempo ben intenzionata e spinta da motivazioni egoistiche. Mentre esprime un sincero timore che la società stia perdendo qualcosa mentre entriamo più a fondo nell’era digitale, a cui cerca di reagire proteggendo il talento di Jimmy a tutti i costi, le sue azioni indicano altro: ovvero che lei sta proiettando le sue speranze e i suoi sogni su di lui.

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3.8 Punteggio
Pro
Il talento di Maggie Gyllenhaal, la complessità della sceneggiatura
Contro
Non tutto il cast è all’altezza
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Lontano da qui – TRAILER