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Pokemon Go, quando la mania diventa una bizzarra ossessione

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Disponibile per Android ed iOs, Pokemon Go è l’applicazione per smatphone che ha fatto ri-esplodere la Pokemon-Mania, di cui ha parlato anche Mika pochi giorni fa al Giffoni Film Festival. Dal 1996 ad oggi – anno in cui queste bizzarre creature hanno fatto capolino nella comunità geek di tutto il mondo – mai fino ad ora si era vista una ricerca così spasmodica e forsennata del Pokemon perfetto, o dei celebri Pokemon Leggendari (personaggi incredibilmente rari che posseggono capacità estremamente avanzate rispetto ai Pokemon più usuali). Alla luce di un fenomeno in crescita costante e soprattutto volgendo lo sguardo anche ai recenti fatti di cronaca, è lecito pensare:”Dove finisce il gioco e dove comincia la vita vera?”.

La linea che intercorre fra realtà e finzione è estremamente labile; la tecnologia poi ha fatto passi da gigante, soprattutto grazie all’uso fatto dai giovani (e non solo), quindi non dovrebbe spaventare l’influenza che  in quest’ultimo mese sta avendo PokemonGo. Eppure trovare i Pokemon Leggendari, quelli più forti, quelli più starni, custodirli e usarli per un’amichevole battaglia a suon di mosse segrete, sta per diventare un assurdo stile di vita. Secondo quando riportato da un’attenta ricerca di Pokemon Millenium, il sito ufficiale del franchise videoludico, sembra proprio che il rilascio di PokemonGo sia stata la mossa commerciale più imponente dell’estate 2016. L’applicazione è che disponibile a titolo gratuito su tutti gli smartphone di ultima generazione, non solo ha trovato larga diffusione fra il fanbase storico, ma a quanto pare, anche i neofiti non sono rimasti immuni al fascino dei Pokemon.

Sono proprio i neofiti che hanno reso la mania così sconsiderata ed incontrollabile, tanto da affollare parchi (com’è accaduto qualche settimana fa a New York), strade a lunga percorrenza (causando disagi ed a volte anche incidenti), sono loro il male – minore – del proliferarsi di quest’applicazione che con poche semplici mosse, permette a chiunque di diventare un provetto acchiappa-Pokemon. Infatti basta appunto uno smartphone (che sia esso un iPhone o Samsung) collegarlo al GPS ed il gioco è fatto. In casa o in città, trovare un Pokemon non è mai stato così semplice. Loro si nascondono sotto il divano (scientificamente provato), dietro un cespuglio o in mezzo alla gente, e più  ci si addentra fra le vie della città e più è facile trovarli. Certo più Pokemon il giocatore ha a disposizione ed aumentano  le possibilità di trovare quelli Leggendari; se non si riesce a raggiungere l’obbiettivo, si possono scambiare con gli altri utenti i Pokemon catturati per avere una chance in più per scovare quelli rari.

Visto sotto questo punto di vista Pokemon Go è un gioco divertente e coinvolgente dato che si svolge prettamente all’aria aperta e non fra le mura domestiche. Una sorta di evoluzione se si pensa che, sempre secondo le ultime news pubblicate su Pokemon Millennium, il prossimo 31 luglio a Roma è previsto anche un raduno di tutti i giocatori più provetti. E’ un gioco per console che diventa social, che segue appunto l’evoluzione dei contenuti multimediali, ma come tutte le  mode nate in seno al mondo del cyberspazio, anche quella più cool ostenta fin da subito il suo ‘lato oscuro.’

Pokemon Go è la mania del momento

Pokemon Go è la mania del momento

Oltre ad essere una chiara e ben mirata operazione di marketing, l’ultimo ritrovato in casa Pokemon, è un fenomeno da psicoanalisi. La corsa ai Pokemon e la caccia dei Pokemon Leggendari, ha scatenato una vera isteria di massa che, se da una parte è da considerare in quei ragazzini alle prime armi, fa quasi paura in quei giovani poco più che trentenni che, in una serata con gli amici, preferiscono isolarsi invece di socializzare. Si evince in questo modo,  che si è perso definitivamente il contatto con realtà, permettendo ai giovani di rifugiarsi in un mondo virtuale e preferendo di vivere a stretto contatto con creature immaginarie composte da un cuore fatto di pixel; in poche parole nessuno ha capito che prima poi il gioco finisce e si deve far spazio alla vita vera.

La mania raggiunge l’ossessione e mentre il web si popola di news bizzarre (come quella rilasciata dalla cantante Rihanna che al suo concerto non vuole spettatori che giochino a Pokemon Go), le grandi major hollywoodiane non sono state certo a guardare. Si vocifera la realizzazione di un lungometraggio dedicato ai Pokemon, questa volta in live action, alla luce di una grande richiesta da parte del pubblico. Cosa  c’è dunque oltre l’ossessione?

 

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La docuserie Netflix che non ti farà più dormire: l’amore è pericoloso

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Worst Ex Ever su Netflix

In questi giorni nei quali il romanticismo sembra regnare incontrastato sulla piattaforma di Netflix, con l’uscita di Emily in Paris 4, in maniera diametralmente opposta, c’è un altro titolo che sta mettendo attirando l’attenzione di molti utenti. Si tratta di una docuserie composta da quattro episodi nella quale vengono raccontate – dettagliatamente – delle storie terrificanti.

Come il caso del Dottor Jekyll e Mr Hyde, delle bellissime e sognanti storie d’amore con il tempo hanno rivelato la loro vera natura, trasformando la vita dei protagonisti in un inferno vero e proprio. Abusi di varia natura, crudeltà, pressioni psicologiche sono parte di quello che hanno vissuto i sopravvissuti, a queste vicende tutt’altro che romantiche.

Worst Ex Ever

Un frame di Worst Ex Ever (Foto: Netflix) – NewsCinema.it

Il lato horror dell’amore su Netflix

La docuserie Worst Ex Ever si concentra su complotti mortali architettati da ex partner ai danni di coloro che dicevano di amare – è il caso di dire – da morire. Attraverso una ricostruzione investigativa accurata, con interviste alle famiglie delle vittime e dei carnefici, a chi ha cercato di aiutare e chi non si è mai accorto di nulla, questa produzione ha posto sotto i riflettori soprattutto quelle che potrebbero essere avvisaglie importanti da non ignorare nella vita reale.

Prima di continuare, è bene precisare un aspetto di fondamentale importanza. Chi si appresterà a vedere questi episodi, deve sapere che nonostante la presenza di scene ricreate con l’animazione, le testimonianze di chi è riuscito a scampare alla morte, restano molto forti e non adatte a un pubblico particolarmente sensibile. I dettagli efferati, aggravati dalla crudeltà mostrano quanto queste persone possono definirsi tutto tranne che esseri umani.

Cosa succede nel primo episodio di Worst Ex Ever

Il titolo del primo capitolo di questa docuserie, esprime al meglio cosa è stata costretta a subire la vittima: “Dating the Devil“. Ben Foster è colui che senza pensarci due volte ha deciso di porre fine alla vita della fidanzata Justin Siemens.

Accusato nel 2017 di violenza domestica nel 2019 ha tenuto segregata in casa la sua ragazza per due settimane, procurandole la rottura di sette costole, occhi neri e ferite ai polsi a causa delle fascette. Accusato di altri reati è stato condannato a 30 mesi di carcere. Ma da qui, dopo 730 giorni è stato rilasciato in attesa del processo.

Successivamente, dopo essersi trasferito in Oregon e aver conosciuto Siemens, per la giovane donna iniziò un vero e proprio incubo, fatto di torture, abusi sessuali, fisici e botte, tanto da farle perdere i sensi. Provvidenziale il salvataggio di un’amica della povera Justin, prima dell’epilogo che portò Foster a togliersi la vita a fine gennaio del 2023.s

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Hugh Grant rivela qual è il film che ha cambiato per sempre la sua carriera

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hight grant film

L’affascinante attore Hugh Grant per la prima volta si è messo a nudo, parlando del ruolo che gli ha salvato la carriera e di quei “no” che lo hanno portato a lasciare alcuni personaggi cinematografici ben noti, ad altri colleghi.

I fan e le fan dell’attore inglese Hugh Grant conoscono bene gli alti e bassi che hanno caratterizzato la sua carriera. Titoli indimenticabili come Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Due settimane per innamorarsi e Il diario di Bridget Jones, sono solo alcuni dei film cult che hanno contribuito a renderlo famoso e amato in tutto il mondo.

Come molti noteranno, queste produzioni  – campioni di incassi al box office – sono accumunate da un dettaglio: il genere di appartenenza. Tutte sono commedie romantiche nelle quali Grant è diventato uno dei sex symbol più amati dal pubblico. Tuttavia, la sua vita non è stata così rosea come molti potrebbero pensare.

Il film che ha cambiato la vita di Hugh Grant

Secondo quanto dichiarato da Hugh Grant a Deadline, ad avergli offerto un ancora di salvataggio furono le sorelle Lana e Lily Wachowski, con il film Cloud Atlas. Una proposta che come dice ironicamente Grant, probabilmente è stata una sorta di imposizione da parte dei distributori, affinché ci fosse un nome di risonanza all’interno del cast.

Motivazioni a parte, a quanto pare Grant come villain non solo è risultato credibile agli occhi degli spettatori, ma ha avuto una duplice valenza: avergli salvato la vita e la carriera. I tanti piccoli ruoli da antagonista offerti dalle Wachowski si sono rivelati perfetti per la sua professione, tanto che era stato scelto dai registi Scott Beck e Bryan Woods, per interpretare il ruolo del diabolico Mr.Reed nel film Heretic.

I ruoli rifiutati dall’attore inglese

Per quanto riguarda la questione rifiuto, Hugh Grant ha affermato che alcune volte si è trovato costretto a compiere delle azioni ‘particolari’ nei confronti dei registi che lo volevano a tutti i costi. L’attore sottoponeva ad una specie di interrogatorio, i cineasti per capire come avessero intenzione di impiegarlo all’interno del film.

Per stessa ammissione di Grant: “Ho rifiutato un po’ di parti. Capita quando senti che c’è una grande corporation col fiato sul collo dei registi. Parlo con loro in maniera schietta e faccio domande. Sin dall’inizio ti accorgi, che magari hanno delle idee sulla parte prima di firmare il contratto e capisci che di lì a poco potresti avere problemi e resistenza da parte degli executive”.

 

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L’arte di Botero a Roma: la mostra a Palazzo Bonaparte è da non perdere

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mostra Botero Roma

“Una delle mostre più belle su Botero con tante opere inedite” l’ha definita Iole Siena, Presidente di Arthemisia in conferenza stampa. Il 16 Settembre si è svolta l’inaugurazione a Palazzo Bonaparte, Roma, della mostra dedicata all’artista Botero che sarà aperta al pubblico dal 17 Settembre 2024 al 19 Gennaio 2025.

Ci sono anche alcune opere che si pensavano disperse” ha aggiunto, sottolineando l’entusiasmo per questa mostra piena di racconti dalla voce dell’artista, dipinti, sculture e disegni. Siena ha presentato la mostra in compagnia dei tre figli di Botero che hanno condiviso ricordi e parole di affetto e stima per il padre scomparso lo scorso 15 Settembre 2023.

Un anno dopo la sua morte, festeggiamo l’uomo e l’artista che amava tanto l’Italia. L’ho conosciuto nel 2015 a Verona e mi ha colpito moltissimo perché, viste le sue opere pensavo fosse un artista sudamericano sregolato alla Diego Rivera, invece era esattamente il contrario. Una persona a modo, seria, elegante e precisa; mi ha dato un grande insegnamento raccontando l’enorme rispetto per il suo lavoro. Mi ripeteva spesso che la sua vita aveva senso solo nella misura in cui poteva dipingere” ha raccontato Siena con commozione.

La mostra di Botero a Roma: l’esaltazione del volume

Palazzo Bonaparte offre due piani interamente dedicati all’arte di Botero per questa mostra ricca di opere da vivere e analizzare. L’allestimento raffinato e ben organizzato accoglie i visitatori in spazi suggestivi che rendono giustizia a quegli esseri umani pieni e colorati, pilastri del suo stile.

Il fascino innato del volume è presente nel mio lavoro da quando ho iniziato a dipingere” si legge in un pannello della mostra che riporta le parole di Botero.

arte Botero

L’opera di Botero (Foto: ufficio stampa) – NewsCinema.it

Lo stile unico di Botero

Abbiamo fatto varie mostre in tutto il mondo per tenere viva la memoria di mio padre, ma questa mette in risalto il suo legame con l’Italia che è stata la sua seconda patria” ha dichiarato la figlia Lina Botero in conferenza stampa, aggiungendo: “La prima volta che mio padre è venuto qui è rimasto colpito dagli artisti del 400 e qui ha capito l’importanza del volume e ha dedicato la sua arte all’esaltazione del volume che ha definito poi il suo stile unico e originale”.

La sua è stata una strada abbastanza solitaria, ha nuotato contro le tendenze. Anche negli anni 60 a New York mentre andava l’arte pop, lui ha abitato lì continuando per la sua strada e difendendo sempre l’importanza dell’arte nel creare piacere e mantenere contatto con la gente“.

Botero a Roma: date e orari della mostra

Più di 120 opere

animano la mostra a Roma delineando i tratti più magici e affascinanti dell’universo di Botero. Dai personaggi della corrida, alle donne formose, gli artisti del circo, e anche dipinti più crudi e sanguinosi che catturano momenti di guerra.

Un viaggio eclettico e interessante che attraverso opere come la Ballerina alla Sbarra, l’Omaggio a Mantegna, La Manina e tante altre opere. La mostra di Botero a Roma è aperta dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 19.30 e il venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 21

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