Venezia 70°: The Canyons, la recensione

Abbiamo visto in occasione della 70° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia il nuovo irriverente film di Paul Schrader: The Canyons. Scritto dall’autore di American Psycho Bret Easton Ellis e interpretato dal pornodivo James Deen e dalla stellina Disney divenuta bad girl Lindsay Lohan, The Canyons racconta la storia di Christian (James Deen) e Tara (Lindsay Lohan), giovane coppia ricca e annoiata, perennemente in cerca di emozioni da provare. Addentrati nello show business hollywoodiano i due tentano di aiutare l’aitante e belloccio Ryan (Nolan Gerard Funk) ad entrare nel mondo del cinema, esercitando nel frattempo la sensuale e provocatoria pratica del sesso estremo con estranei conosciuti su internet. A complicare ulteriormente le cose contribuirà la gelosia di Christian verso l’ambiguo e improvviso interessamento dell’ apatica Tara per Ryan, disposta a tutto per coinvolgerlo nella produzione di un horror di sicuro successo. Tra tradimenti, sensualità e crimine Christian e Tara sprofonderanno in un terribile incubo che distruggerà ancora di più la loro già labile parte umana, ormai completamente inghiottita dal freddo e buio mondo dei social networks.

canyionsA distanza di trent’ anni da American Gigolò, Paul Schrader torna a far discutere con il controverso e ambizioso The Canyons, piccolo film a budget ridotto capace di concentrare l’attenzione della stampa internazionale grazie alla presenza di temi scottanti, di un autore sopra le righe e di un cast di attori belli e dannati capitanati dalla star in decadenza Lindsay Lohan. Poche le cose positive e decisamente troppe quelle negative, ma andiamo nel dettaglio: 1) Lindsay Lohan: bella e allo stesso tempo sfatta, distrutta dagli eccessi di un successo consumato troppo in fretta e deformata da botox e botulino. Fa sicuramente tristezza vedere svanita quella luce, positività e talento della vecchia Lindsay (riconoscibile solo in alcuni primi piani e nella scena finale del film), ma rimane indubbia la sua capacità di concentrare l’attenzione mediatica mondiale sulle sue scorribande e sul suo ruolo di bella e dannata. 2) Bret Easton Ellis: l’autore del geniale e rivoluzionario American Psycho confeziona quello che possiamo considerare uno degli aspetti più negativi del film, la sceneggiatura. Banale, scontata, a tratti soporifera e poco sviluppata, essa contribuisce a rendere il film più vicino ad una puntata di una fiction che ad un lungometraggio vero e proprio. 3) James Deen: carino, affascinante e ambiguo (soprattutto in relazione al suo vero lavoro di pornoattore) ma anche inesperto, inefficace e assolutamente poco credibile, confeziona un personaggio tutto smorfie e moine che indebolisce l’effetto complessivo del film.

Schermata 2013-08-31 alle 22.16.274) Paul Schrader: affascinante, intrigante, a tratti disturbante e funzionale la regia di The Canyons, a dispetto del budget di soli 150 mila dollari convince e appassiona lo spettatore grazie ad alcune trovate particolarmente interessanti e ad una atmosfera tipica dei classici degli anni ’80. 5)l’erotismo: filo conduttore di tutta l’opera l’aspetto sensuale ed erotico di The Canyons contribuisce ad alimentare la curiosità dello spettatore pur non sconfinando mai nella pornografia pura; il nudo intriga senza mai svelare troppo. In The Canyons si respira il marciume di Hollywood, della decadenza e della finzione del cinema, della fine della maggior parte dei rapporti sociali e della distruzione di qualsiasi relazione umana. I personaggi del film sono tutti vittime e carnefici, anime perse e allo stesse tempo corrotte costrette a compiere gli stessi errori con l’ingannevole speranza di ritornare umani. The Canyons, nonostante le innumerevoli pecche, lascia così un qualcosa nello spettatore, una sensazione di decadenza e tristezza, di noia e desolazione, di verità e finzione, uno specchio di quel mondo dorato e allo stesso tempo maledetto che è Hollywood.