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David di Donatello 2013: tutte le nomination
Queste, le candidature ai Premi David di Donatello 2013, in ordine alfabetico, votate dal 27 aprile al 3 maggio 2013 dai 1804 componenti la Giuria dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile Marco Papi. Le ha comunicate, nell’incontro di oggi in RAI con la stampa, Gian Luigi Rondi, Presidente dell’Accademia. La cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 14 Giugno in diretta su Rai Uno in prima serata.
CINEMA ITALIANO
MIGLIOR FILM
– DIAZ -prodotto da Domenico Procacci
per la regia di Daniele Vicari
– EDUCAZIONE SIBERIANA -prodotto da Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz per Cattleya con Rai Cinema per la regia di Gabriele Salvatores
– IO E TE -prodotto da Fiction, Wildside per la regia di Bernardo Bertolucci
– LA MIGLIORE OFFERTA –prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia per Paco Cinematografica per la regia di Giuseppe Tornatore
– VIVA LA LIBERTÁ -prodotto da Angelo Barbagallo per Bibi Film e Rai Cinema per la regia di Roberto Andò
MIGLIORE REGISTA
– Bernardo BERTOLUCCI < Io e te
– Matteo GARRONE < Reality
– Gabriele SALVATORES < Educazione siberiana
– Giuseppe TORNATORE < La migliore offerta
– Daniele VICARI < Diaz
MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
– Leonardo DI COSTANZO < L’intervallo
– Giorgia FARINA < Amiche da morire
– Alessandro GASSMANN < Razzabastarda
– Luigi LO CASCIO < La città ideale
– Laura MORANTE < Ciliegine
MIGLIORE SCENEGGIATURA
– Niccolò AMMANITI, Umberto CONTARELLO,
Francesca MARCIANO, Bernardo BERTOLUCCI <Io e te
– Giuseppe TORNATORE <La migliore offerta
– Maurizio BRAUCCI, Ugo CHITI,
Matteo GARRONE, Massimo GAUDIOSO <Reality
– Ivan COTRONEO, Francesca MARCIANO,
Maria Sole TOGNAZZI <Viaggio sola
– Roberto ANDÓ, Angelo PASQUINI < Viva la libertà
MIGLIORE PRODUTTORE
– Fabrizio MOSCA < Alì ha gli occhi azzurri
– Domenico PROCACCI < Diaz
– Riccardo TOZZI, Giovanni STABILINI,
Marco CHIMENZ per Cattleya con Rai Cinema < Educazione siberiana
– Isabella COCUZZA e Arturo PAGLIA
per Paco Cinematografica < La migliore offerta
– Angelo BARBAGALLO per Bibi Film e Rai Cinema < Viva la libertà
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
– Valeria BRUNI TEDESCHI < Viva la libertà
– Margherita BUY < Viaggio sola
– Federica Victoria CAIOZZO in arte Thony < Tutti i santi giorni
– Tea FALCO < Io e te
– Jasmine TRINCA < Un giorno devi andare
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA (con un ex aequo)
– Aniello ARENA < Reality
– Sergio CASTELLITTO < Una famiglia perfetta
– Roberto HERLITZKA < Il rosso e il blu
– Luca MARINELLI < Tutti i santi giorni
– Valerio MASTANDREA < Gli equilibristi
– Toni SERVILLO < Viva la libertà
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (con un ex aequo)
– Ambra ANGIOLINI < Viva l’Italia
– Anna BONAIUTO < Viva la libertà
– Rosabell LAURENTI SELLERS < Gli equilibristi
– Francesca NERI < Una famiglia perfetta
– Fabrizia SACCHI < Viaggio sola
– Maya SANSA < Bella addormentata
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
– Stefano ACCORSI < Viaggio sola
– Giuseppe BATTISTON < Il comandante e la cicogna
– Marco GIALLINI < Buongiorno papà
– Valerio MASTANDREA < Viva la libertà
– Claudio SANTAMARIA < Diaz
MIGLIORE DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
– Fabio CIANCHETTI < Io e te
– Gherardo GOSSI < Diaz
– Marco ONORATO < Reality
– Italo PETRICCIONE < Educazione siberiana
– Fabio ZAMARION < La migliore offerta
MIGLIORE MUSICISTA
– Alexandre DESPLAT < Reality
– Ennio MORRICONE < La migliore offerta
– Mauro PAGANI < Educazione siberiana
– Franco PIERSANTI < Io e te
– Teho TEARDO < Diaz
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
– “FARE A MENO DI TE”
musica di Gianluca MISITI e Laura MARAFIOTI,
testi di Laura MARAFIOTI
interpretata da LA ELLE < Buongiorno papà
– “NOVIJ DEN”
musica e testi di Mauro PAGANI
interpretata da Dariana KOUMANOVA < Educazione siberiana
– “LA VITA POSSIBILE”
musica di PIVIO e Aldo DE SCALZI,
testi e interpretazione di Francesco RENGA < Razzabastarda
– “TUTTI I SANTI GIORNI”
musica e testi di Simone LENZI, Antonio BARDI,
Giulio POMPONI, Valerio GRISELLI,
Matteo PASTORELLI e Daniele CATALUCCI
interpretata da VIRGINIANA MILLER < Tutti i santi giorni
– “TWICE BORN”
musica e testi di Arturo ANNECCHINO,
interpretata da Angelica PONTI < Venuto al mondo
MIGLIOR SCENOGRAFO
– Paolo BONFINI < Reality
– Marco DENTICI < E’ stato il figlio
– Marta MAFFUCCI < Diaz
– Rita RABASSINI < Educazione siberiana
– Maurizio SABATINI, Raffaella GIOVANNETTI < La migliore offerta
MIGLIORE COSTUMISTA
– Patrizia CHERICONI < Educazione siberiana
– Grazia COLOMBINI < E’ stato il figlio
– Alessandro LAI < Appartamento ad Atene
– Maurizio MILLENOTTI < La migliore offerta
– Roberta VECCHI, Francesca VECCHI < Diaz
Maurizio Millenotti era in cinquina anche per il film Reality, ma da regolamento è entrato solo con il film più votato.
MIGLIORE TRUCCATORE
– Dalia COLLI < Reality
– Enrico IACOPONI < Viva la libertà
– Enrico IACOPONI, Maurizio NARDI < Educazione siberiana
– Mario MICHISANTI < Diaz
– Luigi ROCCHETTI < La migliore offerta
MIGLIORE ACCONCIATORE
– Carlo BARUCCI, Marco PERNA < Viva la libertà
– Stefano CECCARELLI < La migliore offerta
– Giorgio GREGORINI < Diaz
– Francesco PEGORETTI < Educazione Siberiana
– Daniela TARTARI < Reality
MIGLIORE MONTATORE
– Benni ATRIA < Diaz
– Clelio BENEVENTO < Viva la libertà
– Walter FASANO < Viaggio sola
– Massimo QUAGLIA < La migliore offerta
– Marco SPOLETINI < Reality
MIGLIOR FONICO DI PRESA DIRETTA
– Gaetano CARITO < Bella addormentata
– Fulgenzio CECCON < Viva la libertà
– Maricetta LOMBARDO < Reality
– Gilberto MARTINELLI < La migliore offerta
– Remo UGOLINELLI, Alessandro PALMERINI < Diaz
Remo Ugolinelli e Alessandro Palmerini erano in cinquina anche per il film Io e te, ma da regolamento sono entrati solo con il film più votato.
MIGLIORI EFFETTI DIGITALI
– STORYTELLER – Mario ZANOT < Diaz
– Andrea MAROTTI < Dracula di Dario Argento
– Paola TRISOGLIO e Stefano MARINONI
per VISUALOGIE < Educazione siberiana
– WONDERLAB di Bruno ALBI MARINI < Reality
– Gianluca DENTICI per Reset VFX < Viva la libertà
Storyteller – Mario Zanot era in cinquina anche per il film La migliore offerta, ma da regolamento è entrato solo con il film più votato.
MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA
– 007 SKYFALL di Sam MENDES (Warner Bros)
– AMOUR di Michael HANEKE (Teodora Film e Spazio Cinema)
– ANNA KARENINA di Joe WRIGHT (NBCUniversal)
– QUARTET di Dustin HOFFMAN (BIM)
– UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA di Jacques AUDIARD (BIM)
MIGLIOR FILM STRANIERO
– ARGO di Ben AFFLECK (Warner Bros)
– DJANGO di Quentin TARANTINO (Warner Bros)
– IL LATO POSITIVO di David O. RUSSELL (Eagle Pictures)
– LINCOLN di Steven SPIELBERG (20th Century Fox)
– VITA DI PI di Ang LEE (20th Century Fox)
L’apposita Giuria, composta da Andrea Piersanti, Presidente, Francesca Calvelli, Enzo Decaro, Leonardo Diberti, Paolo Fondato, Enrico Magrelli, Lamberto Mancini, Mario Mazzetti, Paolo Mereghetti, comunica le cinquine del miglior documentario di lungometraggio e del miglior cortometraggio.
MIGLIOR DOCUMENTARIO DI LUNGOMETRAGGIO
– ANIJA (La nave) di Roland Sejko
– BAD WEATHER di Giovanni Giommi
– FRATELLI & SORELLE – STORIE DI CARCERE di Barbara Cupisti
– NADEA E SVETA di Maura Delpero
– PEZZI di Luca Ferrari
Il miglior documentario di lungometraggio Premio David di Donatello 2013 è:
ANIJA (La nave) di Roland Sejko
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
– AMMORE di Paolo Sassanelli
– CARGO di Carlo Sironi
– L’ESECUZIONE di Enrico Iannaccone
– PRETI di Astutillo Smeriglia
– SETTANTA di Pippo Mezzapesa
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2013 è:
L’ESECUZIONE di Enrico Iannaccone
Oltre 6000 giovani delle scuole superiori di tutta Italia votano per il
DAVID GIOVANI
– LA MIGLIORE OFFERTA di Giuseppe Tornatore
– IL PRINCIPE ABUSIVO di Alessandro Siani
– UNA FAMIGLIA PERFETTA di Paolo Genovese
– VENUTO AL MONDO di Sergio Castellitto
– VIVA L’ITALIA di Massimiliano Bruno
Cinema e Cultura
Il film che ha fatto diventare vegetariano Guillermo Del Toro
Rivedendo un vecchio documentario del 2003 abbiamo catturato una rivelazione del regista Guillermo Del Toro che ci ha fatto sorridere. Volevamo condividerla con voi perchè forse non l’avete mai sentita.
Il documentario in questione è opera di Mike Mendez e Dave Parker all’interno del progetto Masters of Horror dedicato a esplorare i maestri del genere che hanno lasciato un segno nella storia del cinema del brivido.
Nell’estratto video pubblicato su YouTube proprio da Mendez, si parla di Tobe Hooper e del suo capolavoro che non passa mai di moda, Non Aprite quella Porta.
La rivelazione di Guillermo Del Toro
Un cult degli anni 70 a cui sono seguiti altri film dando vita a una saga molto amata, oltre che remake più moderni. Uno tra gli slasher movie più visti e analizzati dagli appassionati che ha influenzato anche alcuni lungometraggi che sono usciti dopo.
“Uno dei film che ha avuto un impatto pratico sulla mia vita è stato Non Aprite quella Porta. Dalla prima volta che l’ho visto per quattro anni sono stato totalmente vegetariano, non mangiavo più carne. Poi un giorno mangiai tre polli interi in un solo pasto e sono tornato come prima” afferma Del Toro che appare nel documentario tra i professionisti del cinema intervistati.
Del Toro ha costruito gran parte della sua filmografia sul fantasy horror, con molti mostri inquietanti, storie misteriose, sangue e una buona dose di surreale. Tuttavia i registi spesso prendono ispirazione da colleghi e artisti per stimolare la loro creatività.
Non Aprite quella Porta torna al cinema: le date ufficiali
Non Aprite quella Porta torna al cinema per festeggiare i 50 anni del cult di Tobe Hooper che ha fatto venire gli incubi al pubblico e agli addetti ai lavori per anni. Il 23, 24 e 25 Settembre sarà possibile rivedere questa avventura spaventosa sul grande schermo grazie a Midnight Factory.
Gossip
Il dramma di Colin Farrell: la sua famiglia ha esigenze speciali
La rivelazione è arrivata all’improvviso, la famiglia di Collin Farrel ha esigenze alquanto particolari. Ecco quello che in pochi sanno.
Collin Farrel classe 1976, probabilmente uno degli attori di Hollywood più apprezzati di sempre. Un talento eccezionale il suo, che lo ha portato ad interpretare un gran numero di ruoli differenti. Attore irlandese ha preso parte a pellicole veramente iconiche come Miami Vice, ma anche L’inganno, Il sacrificio del cervo sacro e molte altre ancora.
Nato a Dublino, viene da una famiglia molto numerosa, considerando che è l’ultimo di 4 fratelli. Il papà era un noto calciatore degli anni ’60. Insieme ai genitori, alle sorelle e al fratello, quando aveva appena 10 anni si è trasferito a Castleknock un quartiere residenziale dell’Irlanda. La mamma decide di iscriverlo a un corso di danza, anche se lui nutre il desiderio di diventare un calciatore proprio come il papà.
A 17 anni poi, decide di fare il primo provino e da quel momento in poi parte il suo grande successo come attore. Una personalità di spicco nel mondo del cinema mondiale, con una carriera che gli ha riservato non pochi successi. Impegnato sul fronte sociale è il portavoce delle Special Olympics.
La spinta verso il sociale Collin Farrel la riceve dall’interno della sua famiglia. Ecco poi quello che in pochi sanno.
La famiglia di Collin Farrel con esigenze speciali
Difficilmente Collin Farrel rilascia interviste e soprattutto con molta difficoltà parla della sua vita privata. All’interno della sua famiglia Collin Farrel vive un problema non indifferente e forse proprio questo lo porta ad essere particolarmente vicino alle problematiche sociali che possono vivere le altre famiglie.
Probabilmente sono in pochi a conoscere questo aspetto dell’attore. L’attore nel 2003 ha avuto il suo primo figlio, James. Adesso il ragazzo ha quasi 21 anni ma la sua malattia lo porta ad aver bisogno di un’assistenza particolare. Infatti James soffre della Sindrome di Angelman.
Un duro colpo per l’attore
Non è stato semplice per lui e la modella Kim Bordenave con cui aveva una relazione, accettare la diagnosi che ha toccato il loro primo figlio. Un problema che ha portato l’attore a smettere di bere, per essere un padre presente. Una decisione indispensabile per riuscire ad essere un buon papà per il ragazzo.
La malattia che ha toccato la famiglia Farrel è un raro disturbo genetico che comporta un ritardo nello sviluppo psicomotorio. Proprio da questa esperienza è nata la Colin Farrell Foundation. “Non voglio far sembrare che io sia il padre perfetto, faccio casini a destra e a manca ma almeno devi essere presente per fare casini, quindi ci sono e sì, sono due cose collegate. La mia sobrietà e i miei figli…”.
Festival
Venezia 81 | il nostro commento ai premi e a questa edizione del festival
Si può essere finalmente felici del Leone d’Oro vinto da Pedro Almodóvar per il suo primo lungometraggio in lingua inglese.
Dopo una carriera paragonabile a poche altre, all’età di 75 anni, ha vinto il suo primo premio principale in uno dei grandi festival del mondo (nonostante i tanti film eccellenti e i capolavori di quest’ultima fase della sua filmografia, come per esempio Dolor y Gloria, premiato a Cannes “solo” con la Palma a Banderas per miglior attore”).
Il fatto che questo premio sia arrivato per La stanza accanto, un film bello, unico, che affronta con luminosa frontalità il tema dell’eutanasia, non è che un ulteriore elemento di cui essere contenti. Al di là dell’indiscutibile valore de La stanza accanto, però, tutto era già stato ampiamente previsto, preso atto della qualità medio-bassa del Concorso di quest’anno e della presenza di un unico vero altro contendente al Leone d’Oro: l’epopea di The Brutalist immaginata da Brady Corbet, uno degli autori che – va riconosciuto – il festival di Venezia ha cullato fin dall’inizio, con il folgorante esordio de L’infanzia di un capo.
Corbet, alla fine, si è dovuto “accontentare” del Leone d’Argento per la miglior regia, scavalcato nel palmarès da Vermiglio di Maura Delpero (alla sua seconda opera), che si è inaspettatamente – ma meritatamente – aggiudicato il Gran premio della giuria: uno dei cinque titoli italiani in Concorso, probabilmente l’unico, insieme a Queer di Guadagnino, capace di convincere e arrivare anche ad un pubblico straniero.
Luca Guadagnino, nonostante sia tornato a casa a mani vuote con la sua audace trasposizione di Burroughs (che, evidentemente, ha diviso la giuria guidata da Isabelle Huppert), si può dire comunque soddisfatto per la vittoria di April di Dea Kulumbegashvili, di cui è co-produttore.
Il lungometraggio della giovane regista georgiana ha ricevuto il premio speciale della giuria (quello che generalmente viene riservato a opere più “sperimentali” e meno canoniche) ed è stato forse uno dei pochissimi titoli del Concorso a creare un vero e proprio dibattito. Il resto, infatti, è passato sotto gli occhi degli spettatori senza suscitare grandi emozioni (positive o negative che fossero), fatta eccezione per Joker: Folie à Deux, che inevitabilmente ha catalizzato moltissime attenzioni, non troppo lusinghiere, e suscitato legittimi dubbi sulla sua collocazione in Concorso.
Come ormai avviene da diversi anni, molto più appassionanti e discusse sono state le visioni fuori concorso di Baby Invasion di Harmony Korine e di Broken Rage di Takeshi Kitano (arrivato al festival all’ultimissimo momento utile e per questo, a quanto pare, non in competizione).
Eppure la vera sezione che quest’anno ha realmente galvanizzato il pubblicato è stata quella dedicata alle serie televisive: Disclaimer di Alfonso Cuarón e M – Il figlio del secolo sono state, a detta di tutti, le cose più audaci e interessanti del festival, capaci di entusiasmare molto più dei film in Concorso. Anche Families like ours di Vinterberg e The New Years di Sorogoyen, se pur ad un livello inferiore, sono comunque state seguite, apprezzate e commentate molto più di tanti altri lungometraggi.
Più che un sintomo dello stato del cinema, forse, un sintomo dello stato della Mostra del Cinema. I festival, ovviamente, si fanno con i film che ci sono, e l’andamento delle varie edizioni dipende da cosa è stato prodotto durante l’anno, da cosa c’era a disposizione e dalle trattative con le distribuzioni.
Ma l’impressione, specialmente dando un’occhiata alla line-up degli altri festival della stagione come Telluride e Toronto, è che quest’anno sia sfuggita più di un’occasione. A Venezia, ad esempio, non si sono visti titoli molto attesi come: Eden di Ron Howard, The End di Joshua Oppenheimer, K-Pops! di Anderson .Paak, The Life of Chuck di Mike Flanagan e Relay di David Mackenzie, solo per citarne alcuni.
Persino autori spesso di casa alla Mostra del Cinema, come Uberto Pasolini e Mike Leigh, quest’anno sono finiti altrove. E come accaduto lo scorso anno, quando la première fuori dal Giappone de Il Ragazzo e l’Airone fu ospitata a Toronto e non a Venezia, anche stavolta il festival canadese ha deciso di accogliere uno dei film d’animazione più attesi: The Wild Robot di Chris Sanders.
Decisamente più breve e lineare il commento sulle Coppe Volpi. Considerando il peso di Isabelle Huppert (e il suo temperamento tutt’altro che conciliante), presidente di giuria e unica attrice, insieme alla cinese Zhang Ziyi, tra i giurati, è facile pensare che la scelta sia stata quasi esclusivamente in capo a lei, che ha deciso di premiare il connazionale Vincent Lindon per Jouer avec le feu (film molto tradizionale che si regge tutto sulle spalle dell’attore) e, in maniera molto controversa, Nicole Kidman per Babygirl, uno dei film che più ha polarizzato il giudizio degli spettatori (l’attrice, inoltre, non è tornata al Lido per ritirare il premio a causa della morte improvvisa della madre).
Insomma, quest’anno, nella “competizione” tra festival, la Mostra del Cinema di Venezia non è sicuramente quella che ne esce meglio in termini di qualità e varietà della propria proposta, specialmente se si ripensa al Concorso, quello davvero eccezionale, dello scorso Festival di Cannes.
La speranza, per lo meno, è che questo palmarès così atipico possa almeno avvantaggiare al botteghino film come Vermiglio, in arrivo il 19 settembre nelle sale italiane. Un film non propriamente mainstream che può godere adesso di rinnovata attenzione dopo la vittoria al festival, così come The Brutalist, che, forte del premio alla regia e delle buone recensioni ottenute, potrebbe suscitare la curiosità del pubblico nonostante la durata (3 ore e mezza).
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