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Dune: Parte Due | tutto quello che sappiamo sul film con Zendaya e Timothée Chalamet

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Una scena di Dune (fonte: IMDB)

Una scena di Dune (fonte: IMDB)

Timothée Chalamet, Zendaya e il regista Denis Villeneuve hanno svelato alcuni dei segreti di Dune: Parte Due e raccontato i nuovi personaggi di Florence Pugh, Austin Butler e Léa Seydoux.

Il regista Denis Villeneuve ha chiarito in più occasioni che il suo nuovo film, in uscita il 3 novembre, sarà una diretta continuazione del primo: “Non un sequel, ma una seconda parte, che comincerà da dove terminava il precedente senza alcun salto temporale e con una continuità drammatica”.

In Dune: Parte Due, quindi, ritroveremo il giovane Paul Atreides interpretato da Timothée Chalamet, sopravvissuto nel finale del primo film alla distruzione della sua potente famiglia, per ritrovarsi però solo tra le dune di sabbia del pianeta Arrakis. Lì ha incontrato Chani, interpretata da Zendaya, una donna eterea che fino a quel momento era solo apparsa nei suoi sogni sottoforma di visione, che lo introduce in una tribù di sopravvissuti conosciuti come Fremen.

Zendaya e Chalamet in una scena di Dune (fonte: IMDB)

Zendaya e Chalamet in una scena di Dune (fonte: IMDB)

Abbiamo lasciato Paul Atreides poco prima di vederlo compiere l’inevitabile rituale di passaggio che gli permetterà di diventare a tutti gli effetti un Fremen e di guidarli in un contrattacco che vendicherebbe la sua famiglia caduta. Paul dovrà sicuramente cavalcare uno di quei giganteschi “vermi di sabbia” caratteristici del franchise in Dune: Parte Due. “È una questione di vita o di morte”, spiega Villeneuve. “È un rito di passaggio. È il modo in cui si diventa adulti nel mondo Fremen. Questa è una parte molto importante della loro cultura. Rispettano queste creature come semidei, quindi hanno una relazione quasi religiosa con loro”.

Come leader dei Fremen, Stilgar, il personaggio interpretato da Javier Bardem, diventerà più tollerante nei confronti di Paul in questo secondo episodio. “Come tutti i personaggi, anche lui sta giocando una partita a scacchi”, dice Villeneuve. “Crede nel potenziale di Paul e lentamente lo porta sotto la sua ala, diventando una bella figura paterna surrogata. Javier Bardem ha regalato una nota di colore e molta vitalità a un personaggio che poteva essere invece molto severo. Quel carisma esplode nella seconda parte”.

Altrove nell’universo, Florence Pugh si è unita al cast nei panni della principessa Irulan, la figlia dell’imperatore Shaddam IV (interpretato da Christopher Walken). “La posta in gioco per lei non potrebbe essere più alta, perché ha paura che suo padre possa perdere il trono, possa perdere tutto”, dice Villeneuve. “Quando ho incontrato Florence, sono rimasto colpito dalla sua sicurezza. Ha qualcosa di intrinsecamente regale in lei. Credo seriamente che potrebbe diventare, in futuro, un primo ministro”.

A lei, tra i nuovi personaggi che compariranno in questo secondo episodio, si aggiungerà il letale principe Harkonnen Feyd-Rautha, interpretato da Austin Butler. Gli spettatori potrebbero ricordare questo personaggio interpretato da Sting nell’adattamento di David Lynch del 1984. Villeneuve, non a caso, utilizza un altro paragone da rock star per descrivere la versione nel suo film di questo assassino senz’anima: “Austin Butler ha portato sullo schermo qualcosa che è un incrocio tra un serial killer psicotico e sociopatico e Mick Jagger”.

Dune: Parte Due | tra grandi ritorni e nuovi personaggi

Nel frattempo, il sovrano della famiglia Harkonnen, noto come il Barone (interpretato da Stellan Skarsgård), rimasto gravemente ferito nel corso del primo film, tornerà nella seconda parte. “È un personaggio fisicamente più debole che deve usare alcuni dispositivi per rimanere in vita”, dice Villeneuve. “Ho sempre visto il barone come una specie di ippopotamo che, a causa del suo peso, si sente più a suo agio nei liquidi”. Con la sua salute cagionevole, il Barone avrà bisogno di un erede e sicuramente uno dei più papabili è il personaggio di Glossu Rabban interpretato da Dave Bautista.

“Rabban vuole piacere”, dice Villeneuve. “Vuole compiacere il barone. Vuole brillare di fronte a suo zio, ma c’è qualcosa di commovente in lui, perché è un cattivo stratega. Non è molto intelligente. Rabban, alla fine della prima parte, capisce di non avere le doti intellettuali sufficienti per gestire e controllare tutte queste operazioni. Feyd-Rautha Harkonnen, al contrario, è una figura molto intelligente, molto carismatica e molto più brillante”.

Tra gli altri personaggi che torneranno c’è Gurney Halleck (Josh Brolin), soldato della famiglia Atreides e mentore di Paul, che ha addestrato come guerriero fin da quando era ragazzino. “Gurney Halleck è sopravvissuto e torna per vendicare i suoi amici”, annuncia Villeneuve, lasciando presagire che ci sarà una battaglia enorme alla fine della seconda parte.

Riprende il suo ruolo originale anche Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, madre e protettrice di Chalamet. Nel primo film, come concubina di Leto Atreides (Oscar Isaac), appariva spesso in abiti cerimoniali, che si addicevano alla sua posizione e alla sua classe sociale. Nel secondo film, invece, sarà una presenza più cupa e indecifrabile. “Ha perso tutto”, dice Villeneuve. “È una sopravvissuta come suo figlio Paul, e deve elaborare strategie per soddisfare le proprie ambizione. È un personaggio davvero bello e piacevolmente complesso”.

Questa ambizione è quella di lavorare ossessivamente affinché si realizzi la profezia che le Bene Gesserit predicano da secoli. Questo lavoro è ora segnato sul suo volto. “Quei tatuaggi sono collegati alla profezia”, dice Villeneuve. “Vediamo che c’è un’oscurità, un’oscurità molto specifica nei suoi occhi”. A lei, in questa seconda parte, si affiancherà un altro membro delle Bene Gesserit: la Lady Margot interpretata da Léa Seydoux. “Margot Fenring è una delle sorelle, ma anche un agente segreto nel film”, spiega Villeneuve. “È stato molto giocoso lavorare con Léa. È un personaggio pieno di sorprese”.

È buona o cattiva? “È una domanda a cui è difficile rispondere”, dice il regista. “L’obiettivo principale delle Bene Gesserit è assicurarsi che l’umanità si muova nella giusta direzione. Non pensano a ciò che è bene o a ciò che è male. Ciò che è importante per loro è portare l’umanità al suo pieno potenziale. La loro arma più grande è il tempo. Vedono il mondo in secoli”, sottolinea Villeneuve.

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I 5 attori che sono morti più volte al cinema

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John Hurt

L’attore John Hurt con 39 morti – Fonte: Ansa Foto – Newscinema.it

Sapete quali sono gli attori che sono morti più volte sul grande schermo? Un nome ha addirittura un record incredibile. 

A Hollywood stilare classifiche per scoprire quali sono gli attori e attrici più pagate è all’ordine del giorno. Mossi dalla curiosità degli spettatori, testate importanti tipo Forbes, si è attivata spesso per poter redigere una Top 5 o Top 10 di questo tipo.

Questa volta però, l’argomento che ha visto la presenza di diversi nomi del firmamento cinematografico internazionale è la morte. Quante volte ci è capitato di vedere dei film con lo stesso attore e questo – puntualmente – si è trovato suo malgrado a fare una brutta fine, per l’ennesima volta? Secondo una ricerca di qualche anno fa i risultati sono i seguenti, ma è sempre in aggiornamento la lista ovviamente.

John Hurt – 39 volte

In America una volta venne redatto un articolo dedicato all’attore Sean Bean, annoverato come uno degli attori più predisposti alla morte in scena. A quanto pare però, qualcosa sembra essere cambiato oppure il povero Bean non è stato frutto solo di un pezzo giornalistico provocatorio. La palma dell’attore con più morti in carriera è l’attore britannico John Hurt, con 50 anni di carriera e la bellezza di 39 scene di addio alla vita. A Gennaio 2017 purtroppo l’attore ha lasciato questa vita nel mondo reale, ma è sempre ricordato per la sua carriera incredibile.

Questi i film coinvolti: The Wild and the Willing, Sinful Davey, A Man for All Seasons, 10 Rillington Place, The Ghoul, East of Elephant Rock, Spectre, Alien, The Elephant Man, Heaven’s Gate, The Osterman Weekend, The Hit, After Darkness, The Black Cauldron, Jake Speed, Spaceballs, Aria, Deadline, Little Sweetheart”, “Scandal”, “L’Oeil qui ment”, “Monolith”, “Even Cowgirls Get the Blues, Contact, The Climb, All the Little Animals, You’re Dead, Lost Souls, Hellboy, Pride, Tabloid, The Proposition, V for Vendetta, Outlander, Boxes, An Englishman in New York, Ultramarines, Whistle and I’ll Come To You, Tinker Tailor Soldier Spy.

Sean Bean

Il secondo classificato Sean Bean – Fonte: Ansa Foto – Newscinema.it

Sean Bean – 25 volte

Ed ecco l’amatissimo Sean Bean pronto a difendere il suo secondo posto, seguito da altri attori che vedremo a breve. Un distacco di 14 morti da John Hurt, non di poco conto, ma imputabile agli anni di carriera, inferiori nel suo caso. Tuttavia, la prospettiva di partecipare ad altri progetti cinematografici è altissima e chissà che prossimamente non ci possa essere un cambio della guardia.

Ecco i 19 titoli che ha visto Sean Bean dire addio al mondo: Il Signore degli Anelli  – La compagnia dell’anello, Caravaggio, War Requiem, The Field, Lorna Doone, Patriot Games, GoldenEye, Airborne, Essex Boys, Don’t Say a Word, Equilibrium, The Island”, “Far North, The Hitcher, Outlaw, Cash, Death Race 2, Black Death, Age of Heroes.

Michey Rourke

Michey Rourke – Fonte: Ansa Foto – Newscinema.it

Mickey Rourke – 19 volte

Questo numero 19 torna prepotente per la seconda volta, risultando comunque un numero davvero importante. Aver interpretato per lo più personaggi in netto contrasto con il protagonista, essere etichettati come i cattivi della storia, è sicuramente un motivo più che valido del perchè Michey Rourke si trovi in questa classifica.

Scopriamo insieme quali sono i film in cui muore per ben 19 volte: A Prayer for the Dying, Rumble Fish, Johnny Handsome, Picture Claire, Iron Man 2, C’era una volta in Messico, Sin City, Killshot, Passion Play, Immortals, Double Team, Francesco, White Sands, Bullet, Fall Time”, “Desperate Hours, The Last Outlaw, Spun e Man on Fire.

Gary Busey

Gary Busey con 19 morti – Fonte: Ansa Foto – Newscinema.it

Gary Busey – 19 volte

Come nel caso di John Hurt, avere alle spalle così tanti anni di carriera, porta ad avere un’incidenza più alta nella classifica degli attori morti più volte sul grande schermo. Per Gary Busey, l’antagonista per antonomasia, a volte veniva chiamato dai casting, solo per offrirgli delle parti che sarebbe morte nel giro di pochi minuti.

Ecco i film che ai quali Gary Busey ha donato anima e soprattutto corpo al cinema: The Magnificent Seven Ride, Lolly-Madonna XXX, Hex, The Buddy Holly Story, Straight Time, Lethal Weapon, Hider in the House, Predator 2, Point Break, Wild Texas Wind, The Firm, Under Siege, Drop  Zone, Surviving the Game, Man with a Gun, Lethal Tender, The Rage, Soldier e The Gingerdead Man.

Robert De Niro

Il grande Robert De Niro – Fonte: Ansa Foto – Newscinema.it

Robert De Niro – 17 volte

Ed infine a chiudere la TOP 5 degli attori che sono morti più volte al cinema, arriva Robert De Niro. Un nome che ha preso parte a dei capolavori del cinema internazionale, diretto da fior fiori di registi, i quali in accordo con la sceneggiatura, hanno fatto in modo che spiccasse tutto il suo talento, anche nel morire.

La lista è più breve ma con film al suo interno: Bloody Mama. Bang the Drum Slowly, Mean Streets, 1900, Brazil, The Mission, Cape Fear, This Boy’s Life, Mary Shelley’s Frankenstein, Heat,The Fan, Jackie Brown, Great Expectations, 15 Minutes, Hide & Seek, Machete e New Year’s Eve.

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La scena peggiore della trilogia di Batman di Christopher Nolan

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Ecco qual è la scena peggiore della trilogia di Batman di Nolan

Batman Newscinema.it

Vediamo insieme qual è stata per il web la scena peggiore della trilogia di Batman di Christopher Nolan. Vi diciamo solo che c’entra un cattivo e sicuramente il padre non ne sarebbe per niente fiero.

Ecco qual è stata la scena peggiore che appare nella trilogia di Batman ideata da Christopher Nolan che ha scioccato tutti i fans. Non c’era quello stile subdolo che ci si aspetta da un villain, per questo la sua performance ha deluso molto, anche perché suo padre aveva molta più grazia pur essendo stato un cattivo peggiore.

A prescindere da questo, il mondo che Nolan ha costruito attorno a Batman è stata considerata la visione migliore di tutti, sul super eroe alato, in quanto c’era tutto quello che ci si aspetta dall’uomo pipistrello secondo la storia dei fumetti. Poi vabbè non aver trovato più il grande Heath Ledger, nei panni di Joker, è stato un duro colpo per tutti.

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La trilogia più vista di sempre

Cristopher Nolan ha dato alla luce una trilogia di tutto rispetto, amata tutt’ora nonostante siano passati molti anni dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga, incentrata su uno dei super eroi più amati di sempre, cioè Batman. Di film basati su questo personaggio dei fumetti DC Comics ne sono usciti molti, ma la storia che si assapora in questa serie, è qualcosa di eccezionale in quanto c’è la dose giusta di tutto, dolore, vendetta e speranza.

Questa trilogia è composta da Batman Begins, uscito nel 2005, Il cavaliere oscuro uscito nel 2008 e infine Il cavaliere oscuro – il ritorno uscito nel 2012. Tra i vari nomi del cast che sono comparsi nelle varie pellicole, sicuramente i protagonisti indiscussi restano Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Katie Holmes, Gary Oldman, Morgan Freeman, Heath Ledger e molti altri.

La storia che segue le vicende dell’uomo pipistrello impegnato a mantenere segreta la sua identità quando non indossa i panni di Batman, mentre cerca di tenere al sicuro Gothma City dai vari villain della storia, ha vinto diversi premi e riconoscimenti, regalando al regista notevoli soddisfazioni.

La morte di Talia al Ghul è la scena peggiore di Batman di Nolan

La morte di Talia al Ghul Newscinema.it

La scena peggiore per molti è una sola

La trilogia di Batman di Christopher Nolan come vi abbiamo raccontato è stata una delle storie più belle e seguite di sempre per quanto riguarda il super eroe mascherato. Ovviamente come in tutte le cose ci sono due lati della medaglia, questo franchise non è stato solo idolatrato, ma è stato anche ampliamente criticato per alcune sequenze che proprio non sono piaciute. Tra queste però ce né stata una in particolare, considerata una delle scene peggiori di questa storia.

Stiamo parlando della morte della villain, Miranda Tate alias Talia al Ghul di Marion Cotillard, figlia dell’altrettanto cattivo, Ra’s al Ghul. Per molti, la scena della sua morte proprio non è piaciuta, in quanto non c’è stata quella dose di eleganza che suo padre ha mostrato durante la sua di dipartita. È stata per molti una sequenza piatta, non all’altezza del film, semplicemente lei è morta e Batman può continuare la sua missione di salvataggio, disattivando quella bomba senza lei come “spina nel fianco”. Dopo aver riportato il pensiero della maggioranza, voi cosa ne pensate? Siete d’accordo anche voi?

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Spider-man: Across the Spider-verse | Cosa significa il cliffangher finale per il futuro del franchise

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Spider-man: Across the Spider-verse | Newscinema.it

Spider-Man: Across the Spider-Verse si conclude con un grande cliffhanger. L’intenzione di dividere il film in due parti è sempre stata chiara, fin dall’annuncio del progetto nel 2019.

Tuttavia è stato comunque uno shock per la maggior parte degli spettatori vedere Spider-man: Across the Spider-verse finire in quel modo, con una rete piuttosto intricata di intrighi. Dopo che Miles Morales (Shameik Moore) apprende da Miguel O’Hara (Oscar Isaac) che il ragno che ha trasformato Miles in Spider-Man proviene da un altro universo e che suo padre Jefferson (Brian Tyree Henry) è destinato a morire, torna a casa sua per cercare di salvare la situazione.

Solo che non è nel suo universo, ma sulla Terra-42, la realtà da cui è venuto il ragno. Lo zio Aaron (Mahershala Ali) è sopravvissuto in questo universo e Jefferson è morto. Across the Spider-Verse rivela che non solo la Terra-42 ha un suo Miles Morales, ma che è diventato Prowler invece di Spider-Man.

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Deve pensarsi Gwen a salvare il mondo?

Con Miles lontano da casa e catturato dalla versione di se stesso nell’universo alternativo, tocca a Gwen (Hailee Steinfeld) salvare la situazione con vecchi e nuovi amici. Il finale in stile Empire Strikes Back si conclude con Gwen che raduna le truppe dall’altra parte: Pavitr Prabhakar aka Spider-Man India (Karan Soni), Hobie Brown aka Spider-Punk (Daniel Kaluuya) e Margo Kess aka Spider-Byte (Amandla Stenberg) — insieme ai volti di ritorno di Into, tra cui Peter B. Parker (Jake Johnson), Peni Parker (Kimiko Glenn), Peter Porker aka Spider-Ham (John Mulaney) e Spider-Man Noir (Nicolas Cage) per salvare Miles e fermare The Spot (Jason Schwartzman) dal distruggere il mondo.

L’evento dello Spider-verse

Ma il finale strabiliante non è nemmeno l’idea più intrigante che Across presenta. Durante una sequenza espositiva sfacciatamente identificata, Miguel introduce il concetto di evento “canonico”, un evento predeterminato che si verifica in ogni Spider-Verse. Fondamentalmente, questi eventi canonici corrispondono a pietre miliari significative nella storia dell’editoria di fumetti di Spider-Man.

Quello al centro di Across riguarda la Morte del Capitano Stacy, definita da Miguel come ASM90, che corrisponde al numero 90 di Amazing Spider-Man, in cui il Capitano Stacy muore allontanando un bambino dalla caduta di detriti. Mentre Miguel lo mostra, si svolgono dozzine di casi della morte del Capitano Stacy, inclusi i pannelli del fumetto stesso e persino il momento live-action di The Amazing Spider-Man di Andrew Garfield.

Tutti sono Spider-man

Miguel afferma che ogni rispettivo capitano nella vita di Spider-Man (Stacy o altro) morirà e, considerando che Jefferson è appena stato promosso, è in pericolo, a meno che Miles non riesca a fermarlo. Tuttavia, se Miles sfida la sorte, il suo mondo potrebbe destabilizzarsi, provocando una domanda sul fatto che valga la pena salvare una persona a rischio di dozzine. A Miles, naturalmente, non piace l’idea di dover scegliere. Quell’idea, unita all’idea di essere un “falso” Spider-Man, è un’evoluzione importante dell’ideologia “Chiunque può indossare la maschera” del primo film.

Mentre aspettiamo di vedere Beyond, Across the Spider-Verse introduce l’idea che questi particolari film di Spider-Man siano racconti di tutte le storie di Spider-Man. Se eseguita correttamente, quella meta-narrativa offre un’inebriante esplorazione di ciò che ha reso popolare l’amichevole eroe di quartiere per così tanto tempo e una storia che arriva con l’ambizione di un multiverso.

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