In occasione della 43esima edizione del Giffoni Film Festival abbiamo incontrato uno dei maestri del cinema dell’orrore: Dario Argento. Regista di alcuni dei più significativi film horror di tutti i tempi quali L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code, Profondo rosso, Suspiria, Inferno, Tenebre, Phenomena, Opera, Trauma e la Sindrome di Stendhal Argento si è imposto nel panorama internazionale come uno dei grandi maestri del cinema di genere, tanto da essere chiamato da Mick Garris in persona per lavorare alla significativa e iconica serie Masters of Horror, diretta da registi del calibro di John Carpenter, Stuart Gordon, John Landis e Tobe Hooper. Tra i suoi ultimi progetti possiamo citare Giallo interpretato da Adrien Brody ed Emmanuelle Seigner e Dracula 3D da Thomas Kretschsmann e Rutger Hauer. Potete trovare qui sotto un interessante botta e risposta con il maestro del cinema dell’orrore Dario Argento.

IMG_0401E’ più facile creare tensione nella sceneggiatura o nella regia?

Sono due aspetti collegati tra loro, prima si crea sulla pagina la situazione inquietante e paurosa e poi questa intuizione deve essere riportata in immagini. Se sei l’autore della sceneggiatura è ovviamente più facile ricreare la scena perché sai già come girarla.

Quale è la cosa che più la spaventa? E per quale motivo gira film di questo genere?

La cosa che più mi spaventa è la mia parte buia, quella che tutti abbiamo. Ho il privilegio di saper comunicare con la mia parte oscura, riesco a guardarmi dentro e a rappresentare in immagini quello che provo. Non faccio film per esorcizzare le mie paure ma solo perché sento il bisogno di parlare e comunicare con il pubblico.

E’ vera la leggenda che sono sue le mani dell’assassino dei suoi film?

Le mani degli assassini delle mie opere sono sempre le mie. Tutto capitò per caso durante il mio primo film, L’uccello delle piume di cristallo, perché la persona addetta a fare le scene di uccisione non era abbastanza convincente, così decisi di realizzarle al suo posto.

Quali sono stati i suoi miti e maestri?

Ne ho avuti tanti, prima di fare il regista ho fatto il critico. Hitchcock è stato molto importante, ha inventato un modo di raccontare incredibile e insuperabile. Inoltre sono stato molto influenzato anche da Edgar Allan Poe. Lessi i suoi libri durante una terribile febbre che mi costrinse a casa. Un giorno mi trovai a leggere i mondi dell’incubo di Poe e rimasi incantato dalle sue storie. Sono rimasto molto influenzato dalle sue opere e dalla sua attenzione agli aspetti più terrificanti della vita.

Che cosa ne pensa della progressione del cinema horror?

C’è stato un forte cambiamento, soprattutto relativamente al ruolo dei soldi nel processo creativo. Questa attenzione al denaro e all’aspetto economico ha eliminato ogni momento di suspense dal cinema dell’orrore, ormai concentrato solo su scene ad effetto.

Dal 1970 ad oggi che ruolo ha avuto la tecnologia nei suoi film?

La tecnologia è molto importante soprattutto relativamente alla possibilità di utilizzare nuovi sistemi, nuove macchine e nuovi mezzi. Il 3D ad esempio mi ha permesso di vedere le profondità. E’ importante tenersi al passo con i tempi e con i nuovi mezzi del cinema.

I film horror possono essere pericolosi per chi li guarda?

Non credo assolutamente che i film horror possano creare problemi. I ragazzi sono intelligenti e forti già da giovanissimi e possono reagire nel giusto modo a questo tipo di opere.

Come è nata l’idea stessa di Profondo rosso? E cosa pensa del suo erede Zampaglione?

Non credo Zampaglione sia un mio erede, i suoi film sono molto diversi dai miei. Inoltre il momento della immaginazione è complesso, magico, come una illuminazione, una euforia interna, è qualcosa di inspiegabile.

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Perché alla gente piace avere paura?

Perché è una delle sensazioni più forti che si possono provare, uno di quei sentimenti che ti avvicina al pericolo della vita. Ma la cosa bella del cinema è che quegli orrori non entreranno mai nel mondo reale ma rimarranno li, bloccati nello schermo.

Molti dei suoi film sono stati girati a Torino. Per quale motivo?

E’ una storia lunga, quando ero ragazzino mio padre dovette andare a Torino per lavoro. Era inverno, aveva piovuto e la città era molto inquietante e affascinante. Così quando riandai a Torino scoprii tanti lati nuovi, vie strane, palazzi inquietanti, tante cose misteriose e meravigliose perfette per il cinema horror.

Quale è stato il tuo personaggio preferito?

Ho adorato lavorare con Jennifer Connelly e Asia Argento. Quasi tutti i miei film sono interpretati da donne, amo molto rappresentare personaggi femminili.

Perché ha voluto riproporre un tema così già visto come quello di Dracula?

Perché avevo in testa di realizzare una versione di Dracula e il 3D ovviamente ha solleticato la mia fantasia di creare qualcosa di diverso.