Il richiamo, una storia d’amore con Francesca Inaudi e Sandra Ceccarelli

Come si può amare senza amarsi? Conoscere l’altra persona senza conoscersi? La storia di Lea e di Lucia è la storia di due donne alla ricerca di se stesse. Trait d’union il loro amore. Passione e amore, quello puro, sono le valvole che mettono in moto la trasformazione di queste figure femminili fragili che cercano il conforto l’una nell’altra. Si può essere donne senza avere bisogno di un uomo. Si può essere libere di amare una persona del proprio sesso senza la paura del cambiamento. E si può affrontare il cambiamento per non essere schiave delle proprie “gabbie” sociali, culturali e psicologiche. Lea e Lucia sono due facce molto diverse della stessa medaglia. Sono l’una l’alter ego dell’altra. Un pianoforte le unisce, le libera, le sprigiona. Intorno a quelle lezioni che Lucia impartisce a Lea si costruisce un rapporto destinato a trasformare per sempre non solo la loro vita ma anche quella dei propri compagni. Marito assente e luminare della medicina, Bruno è parte di quella gabbia da cui scappa Lucia, hostess di professione e donna infelice di condizione. L’aborto e la malattia la renderanno ancora più fragile. La sua solitudine, celata da silenzi e alleviata dagli antidepressivi, troverà come unica compagnia le parole scritte sui fogli. Capace di mutare completamente le aspettative sulla vita di Lucia sarà Lea, una ragazza incapace di rapporti stabili eppure in grado di amare incondizionatamente quella donna dalle virtù opposte alle sue. Una barca malridotta da aggiustare e la voglia di ritrovarsi in una storia d’amore pura e senza ruoli.

Il richiamo, dall’11 maggio nei cinema distribuito da JP Entertainment, è un film affascinante. Il regista Stefano Pasetto racconta il cambiamento filtrato attraverso l’intensità e la passionalità delle donne. Francesca Inaudi, nel ruolo di Lea, e Sandra Ceccarelli, come Lucia, portano sullo schermo due femminilità diametralmente opposte tanto affascinanti quanto enigmatiche nella segretezza dei propri dolori. Sullo sfondo l’Argentina mutua questa dualità attraverso gli scenari chiusi e moderni di Buenos Aires e i paesaggi incantevoli della Patagonia, dove le protagoniste sceglieranno di rifugiarsi alla ricerca del proprio stare bene. Come ha spiegato il regista durante la conferenza stampa “la Patagonia è stato un filtro che ci ha messo tutti insieme. L’Argentina è venuta in un secondo momento mentre elaboravo il soggetto e in modo del tutto naturale per la possibilità di trovare due mondi opposti come Buenos Aires e la Patagonia”. Amore e passione uniscono i corpi di queste due donne portandole a vivere un rapporto totale basato sulla parità e sulla volontà di non definire nulla della loro situazione. Il loro non è semplicemente un bisogno affettivo ma anche fisico. “Penso che questo film racconti l’incontro e se queste due persone non si fossero incontrate probabilmente il mio personaggio sarebbe morto. Lea per Lucia è una figlia, un’amante, un angelo. È tutto” ha precisato Sandra Ceccarelli. Ma questo non è un film che parla di sessualità. “Non ho mai pensato a questo film come ad un film che indagasse la tematica omosessuale; piuttosto è il sottrarsi alle cure maschili. Lucia è una donna che trova le risorse in se stessa. La possibilità di trasformare un dolore in un’occasione per ricominciare. Quello che mi ha spinto a girare questo film era l’idea della trasformazione. Trasformare un ostacolo in un’occasione” ha proseguito Pasetto.

Questo amore è liberazione, trasformazione, guarigione. La barca restaurata non prenderà mai il largo nel mare delle protagoniste. La vita è cambiata. La loro storia è cambiata. Il loro amore è cambiato. Le coincidenze, gli incontri e i richiami fanno della vita l’iter più complesso e straordinario per l’umanità. E non ha importanza il genere, uomo o donna che sia, l’amore devasta ma cura, fa rinascere. È terapia. Che si scelga di amare un uomo o una donna, che si scelga di amare un partner dello stesso sesso oppure no quel che conta è il potere che quella persona ha di trasformare l’altra. Di curarla. Di portarla in mari inesplorati. In viaggi senza mete. “La verità è solo un istante e per di più insignificante”.