Berlinale 2016: Miles Ahead, Don Cheadle nel ritratto intimo e graffiante di Miles Davis

Sono passati dieci anni dall’emozionante Hotel Rwanda e dall’intenso Crash – Contatto Fisico. Molti di voi lo conoscono come War Machine della famiglia Marvel, ma l’attore Don Cheadle ha presentato alla Berlinale 2016 il suo primo lungometraggio da regista, Miles Ahead, un ritratto intimo e graffiante del celebre musicista jazz Miles Davis“Non volevo fare un film su Miles Davis, volevo fare un film che suonasse come Miles Davis, esplosivo, eccitante, impressionista e libero. Non volevo fare qualcosa riducibile a un documentario” ha spiegato Cheadle durante la conferenza stampa del festival tedesco.

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Dopo una produzione travagliata che ha richiesto dieci anni di lavoro e l’impiego del crowdfunding, Miles Ahead ha visto la luce. Due epoche diverse si intrecciano per raccontare uno degli artisti più grandi del nostro tempo. Dal periodo di successo e serenità durante la registrazione di Porgy and Bess si passa agli ultimi anni ’70, quando l’artista depresso e schiavo della droga si trascina da solo in piena crisi creativa. L’incontro casuale con il giornalista di Rolling Stone interpretato da Ewan McGregor che bussa alla sua porta sperando di trovare del materiale interessante per un articolo, alimenta l’idea di un ritorno di Miles alla musica, che tuttavia non sarà privo di ostacoli e rinunce. “Ho raccontato un Miles alla ricerca di se stesso, a caccia di una bobina rubata, pieno di rimpianti per l’unica donna amata e persa per colpa dei propri eccessi. È vero che gli spararono per strada e che gli fu rubata la bobina con le ultime creazioni“.

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Don Cheadle regala un’interpretazione verosimile e attenta del musicista che ha scelto di raccontare, in questo biopic sfiorato da un poliziesco solo accennato. L’aspetto vintage di un cinema sperimentale ricercato dona a Miles Ahead uno spessore artistico curioso e coinvolgente. La regia punta molto sui piani stretti e i dettagli dei volti dei vari personaggi, mentre il  passaggio dinamico tra i due filoni temporali è puntuale e chiaro per comprendere la storia nella sua totalità. Cheadle utilizza i colori, la musica e i dialoghi per servire un montaggio ritmato, a tratti brutale ma passionale. Anche se è facile intuire che dietro la macchina da presa vi è un regista alle prime armi che ha voglia di sperimentare, Miles Ahead risulta un film riuscito, in cui il soggetto si sposa perfettamente con la musica.”Miles Davis era già la colonna sonora della mia infanzia. Ho iniziato a curiosare tra la collezione di vinili dei miei genitori e lui era lì. Amavo la sua musica, non conoscevo l’uomo e l’importanza della sua figura. Solo dopo ho capito come ha cambiato la storia ed è stato buffo scoprire che ha un pubblico diverso per ogni fase della carriera. Solo in pochi conoscono la vastità del suo repertorio”. In questo film le note calde ed eleganti della tromba di Miles Davis ci fanno dimenticare gli eccessi e le manie di un uomo artefice e insieme vittima del suo talento. Da vedere.

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