Rocky Horror Picture Show | il mito resiste anche dopo 45 anni

Sono passati 45 anni dal debutto in sala del The Rocky Horror Picture Show, cult del 1975 diretto da Jim Sharman e tratto dallo spettacolo teatrale omonimo del 1973 di Richard O’Brien, sceneggiatore e autore delle musiche. 

Rocky Horror Picture Show | 45 anni di mito

Nato come una parodia “glam” ed eccessiva di Frankenstein, il film racconta del tentativo dello scienziato Frank-N-Furter di dar vita a una creatura “miracolosa”. Ma se nel romanzo di Mary Shelley il dottore protagonista voleva creare un essere umano per sostituirsi a Dio, Frank-N-Furter vuole invece creare un uomo bellissimo in grado di soddisfare tutti i suoi desideri erotici. Rocky è biondo, muscoloso e un po’ stupido, incarnazione vivente del machismo esasperato del cinema americano di quegli anni, rappresentato da corpi ipertrofici e scolpiti. Negli anni il mito del film è cresciuto in maniera esponenziale e nelle proiezioni di mezzanotte che ancora vengono proposte dai cinema americani non si segue il film in rispettoso silenzio, ma si partecipa attivamente, si rumoreggia, si grida e si balla, creando un rito di visione collettiva che si ripete quasi ogni sera in un posto diverso degli Stati Uniti.

La leggenda Tim Curry

Molto del successo mondiale del film lo si deve alla straordinaria interpretazione di Tim Curry nel ruolo del lussurioso Frank-N-Furter, versione glam di Frankenstein. Scienziato bisessuale e travestito proveniente dal pianeta Transexual (“Bisesso” nei sottotitoli italiani), dalla galassia Transylvania, il personaggio ha come scopo quello di creare Rocky, l’amante perfetto. Il nome del personaggio è un ironico riferimento al “frankfurter”, sinonimo di würstel e di hot dog, mescolato al nome del personaggio di Victor Frankenstein e alla parola rock’n’roll. A questo significato allude infatti un passaggio della canzone Planet Schmanet Janet, quando il Dr. Scott canta: «You’re a hot dog but you better not try to hurt her, Frank-N-Furter». Frank-N-Furter fa la sua entrata in scena sulle note della canzone Sweet Transvestite, presentandosi come un un’icona glam rock in un’orgia di paillette, lasciando attoniti i castissimi ospiti Brad e Janet. 

Il caso del Cinema Mexico a Milano

Lo storico cinema Mexico di via Savona a Milano dal 1981 ospita uno degli eventi più amati dal pubblico meneghino, ovvero il Rocky Horror Pictures Show live. Antonio Sancassani, gestore e proprietario della sala, decise di proiettarlo nonostante il film (uscito nel 1975) si fosse rivelato un flop clamoroso al botteghino americano. L’intuizione fu giusta: il film ottenne un successo clamoroso e rimase in programmazione per un intero anno, tutti i giorni. Una scelta ancora più ardita se si pensa che il film non è mai stato doppiato in italiano, nemmeno per quanto riguarda i dialoghi non cantati. Una prima edizione, circolante nelle sale cinematografiche e nel circuito televisivo con rapporto 4:3, venne fatta circolare negli anni novanta, quando i sottotitoli vennero riscritti con più cura. Il film venne in seguito, negli anni duemila, restaurato e una nuova edizione, con rapporto originale a 1.85:1, venne distribuita anche nel circuito televisivo. Anche quelli che inizialmente storcevano il naso hanno dovuto alzare le mani e arrendersi di fronte al successo planetario di un film che ancora oggi continua ad appassionare le nuove generazioni (e ad essere proiettato al Mexico). Nel 2005, infatti, The Rocky Horror Picture Show è stato selezionato per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti insieme ad altri titoli culturalmente, storicamente o esteticamente significativi.