Tempo di Vivere, la nuova opera FuoriScena ispirata a Blade Runner

Risale al 1982 Blade Runner, il film simbolo della fantascienza moderna diretto da Ridley Scott e interpretato, tra gli altri, da Harrison Ford e Rutger Hauer. Ispirato al famoso romanzo Il Cacciatore di androidi di Philip K. Dick, questo cult movie dalla straordinaria efficacia illustrativa, racconta una storia che fonde il genere poliziesco con la pura fantascienza.

Tempo di vivere (web)

Harrison Ford è Deckard, un poliziotto dell’unità Blade Runner che viene richiamato in servizio per eliminare alcuni esemplari insubordinati di ‘replicanti’, ovvero androidi destinati al lavoro nelle colonie spaziali. Quattro di loro, Roy Batty, Leon, Zora e Pris, hanno raggiunto la Terra per tentare di infiltrarsi nelle industrie che li fabbricano. I replicanti sono identici agli esseri umani, tranne che per la durata limitata della loro esistenza e per l’apparente incapacità di provare sentimenti. In questa nuova illustrazione realizzata da Giovanni Manna e Laura Manaresi per la rubrica FuoriScena, si ricorda in particolare la scena dello scontro finale tra Rick Deckard e Roy (Rutger Hauer), il capo carismatico dei replicanti ribelli, diventata celebre soprattutto per la frase emblematica “Ho visto cose che voi essere umani non potete neanche immaginare…“. Rick, sull’orlo del precipizio ed oramai alla completa mercè di Roy, si trova in una condizione di paura ed imbarazzo misto ad ammirazione, commozione e rispetto per questi esseri che nella loro lotta disperata appaiono più attaccati alla vita dei loro stessi progenitori. Sullo sfondo di una Los Angeles del 2019, piovosa e industriale, che ricorda molto l’atmosfera di Metropolis di Fritz Lang, i personaggi di questo film appaiono tutti pervasi da un’estrema amarezza, e in particolare i replicanti sembrano vittime inermi e sopraffatti da angosce esistenziali. Gli artisti di FuoriScena scelgono di sovvertire il malessere che avvolge Roy nel momento in cui afferma “…è tempo di morire“, denunciando invece che “…è tempo di vivere, e nulla andrà perduto“, con il volo della colomba a chiusura della suggestiva illustrazione, come un grido di speranza per un futuro più sereno e luminoso, lontano dal grigiore e dall’atmosfera ferrosa di una città divisa e ferita dalla diversità e dalla repressione emotiva.

L’OPERA E IL FILM