500 anni di Cappella Sistina tra rischi e allarmi

Cinque secoli fa, esattamente il 31 ottobre del 1512, papa Giulio II inaugurò gli affreschi della volta della Cappella Sistina con il rito dei Vespri che precedeva la festività dedicata ai Santi, rito che verrà ripetuto oggi da papa Benedetto XVI. Autore di quel capolavoro che è la decorazione della volta e il Giudizio Universale fu uno degli artisti più ammirati al mondo: Michelangelo Buonarroti. Dopo 500 anni questo tesoro artistico di inestimabile valore e di incredibile bellezza, accerchiato da altri pezzi di straordinaria validità artistica eseguiti da sommi artisti del Rinascimento, come Botticelli,  Perugino, Ghirlandaio, Pinturicchio, Cosimo Rosselli e Piero di Cosimo, rischia di essere compromesso dagli oltre 5 milioni di visitatori che ogni anno giungono ad ammirarlo.

Se non si interviene subito con l’installazione di un nuovo impianto di climatizzazione il rallentamento forzato delle visite sarà la strada obbligata per preservare l’ingente patrimonio artistico. A lungo andare la massiccia presenza di visitatori potrebbe provocare danni a causa di polveri, pressione antropica, anidride carbonica, temperature eccessive, sbalzi climatici, elementi nocivi che ogni visitatore porta con sé e che minano il microclima della Cappella” ha dichiarato Antonio Paolucci, il direttore dei Musei Vaticani. Onde evitare la drastica scelta di attuare entrate limitate nell’area, si è deciso di dar vita ad un impianto che tuteli e salvaguardi gli affreschi, abbattendo le polveri, consentendo il ricambio dell’aria e stabilizzando la temperatura. Questo sistema dovrà essere installato entro il prossimo anno per non incorrere alla limitazione dell’affluenza dei visitatori.

Giorgio Vasari, parlando degli affreschi di Michelangelo, scrisse: “Quest’opera è stata veramente un faro della nostra arte, e ha portato tale beneficio e illuminazione all’arte della pittura che fu sufficiente a illuminare il mondo che per molti secoli era rimasto nell’oscurità. E, a dir la verità, chiunque sia un pittore non ha più bisogno di preoccuparsi nel vedere innovazioni e invenzioni, nuovi modi di dipingere le pose, i vestiti sulle figure, e vari dettagli che ispirino un timore reverenziale, perché Michelangelo diede a quest’opera tutta la perfezione che può essere data a tali dettagli.”