Crescita delle piattaforme streaming: quale sarà il prossimo trend?

Sembra passato chissà quanto tempo da quando i prodotti per l’home video e il mercato dei DVD a noleggio erano il principale mezzo per vedersi un bel film a casa. Se non si voleva vedere un film davanti al grande schermo, bisognava per forza fermarsi in uno dei tanti negozi di noleggio e perdersi tra le file di scaffali pieni di film di ogni tipo. Blockbuster era la catena più famosa e all’apice del suo successo, nel 2004, poteva vantare oltre 9000 punti vendita nel mondo.

L’avvento però di connessioni internet sempre più veloci e performanti ha rivoluzionato il settore nel giro di pochi anni. Al giorno d’oggi film in DVD (o meglio dire Blu-Ray, che ha soppiantato la tecnologia precedente) si possono vedere solo sugli scaffali di qualche collezionista. Le piattaforme streaming sono ormai arrivate ovunque e cominciano ad aprire le loro sedi in tutti i paesi dove operano, una di queste anche a Roma da Netflix.

Ma come si sono evolute nel corso degli anni per diventare il canale principale di visione di film, serie TV, show e documentari?

I vantaggi dello streaming dietro una crescita senza precedenti

Anche in Italia i numeri dello streaming continuano a crescere: a inizio 2022 si contavano quasi 18 milioni di utenti paganti fra le varie piattaforme disponibili in Italia, tra cui Netflix e DAZN. Come per ogni cosa, il prezzo ha sicuramente influito sul successo delle piattaforme di streaming in tutto il mondo. Un biglietto al cinema per un singolo film può costare in media fra i 5 e gli 8 euro e vale solo per uno spettacolo.

Bene o male allo stesso prezzo, è invece possibile abbonarsi per un mese intero a una piattaforma streaming e vedere tutto ciò che si vuole, quando e dove si vuole. Infatti, queste piattaforme hanno preso il sopravvento anche per la semplicità di visione, che può avvenire tramite un’app scaricabile su qualsiasi dispositivo.

Come dimostra l’infografica di ExpressVPN sui dispositivi digitali più usati, ormai non ci separiamo più dai nostri smarpthone o tablet: ogni volta che usciamo di casa portiamo sempre con noi almeno un dispositivo digitale. Ecco perché sempre più persone preferiscono vedere i contenuti in streaming: si possono scaricare sul dispositivo in un primo momento e poi guardarli dopo, anche senza connessione.

Un enorme punto a favore delle principali piattaforme streaming, considerato che ci sono oltre 7 miliardi di smartphone in tutto il mondo e proprio Internet viene usato principalmente da mobile (oltre 5 miliardi di utenti). La comodità di uso di queste piattaforme ha attirato così centinaia di milioni di utenti da tutto il mondo e l’industria dello streaming di contenuti audiovisivi è oggi un mercato che vanta ricavi di oltre 70 miliardi dollari.

Le sfide che lo streaming deve superare per il futuro

Nonostante la forte crescita del settore dello streaming, i problemi per le piattaforme cominciano ad arrivare all’orizzonte. Gran parte di questa crescita è avvenuta inizialmente perché una sola piattaforma, Netflix, aveva il monopolio assoluto del settore (infatti Netflix può vantare 220 milioni di abbonati in tutto il mondo).

La crescita di questa piattaforma ha trainato gran parte del settore e soprattutto, ha convinto altre grosse aziende a investire nello streaming. Apple TV plus, HBO Max, Amazon Prime Video, Hulu, Paramount plus, questi sono alcuni dei nomi più importanti. Per non parlare di Disney plus, servizio lanciato nel 2019 e che nel giro di poco più di 3 anni ha racimolato 150 milioni di utenti, diventando la terza piattaforma streaming al mondo.

In casi come questi, spesso la crescita è dovuta a tecniche di marketing molto aggressive dove i prezzi per gli abbonamenti vengono offerti a prezzi molto bassi per i primi anni, giusto il tempo che serve per imbarcare utenti e creare una comunità intorno al servizio. Infatti, nell’ultimo anno tutti i tre principali canali di trasmissione TV (Netflix, Prime Video, Disney+) al mondo hanno aumentato il costo dei loro abbonamenti mensili.

Se la competizione aumenta, i potenziali profitti calano (il mercato viene suddiviso con altre compagnie) e inoltre bisogna investire di più per creare prodotti e contenuti in grado di attrarre nuovi abbonati e non perdere l’utenza già ottenuta. Ecco perché alcune aziende, come Netflix, stanno investendo per arricchire la loro offerta.

Per esempio, l’industria del gaming è in forte crescita nel mondo e anche qui in Italia, dove ha un mercato da circa 2 miliardi e mezzo di euro. Netflix sta cogliendo la palla al balzo e ha aggiunto una serie di giochi per dispositivi mobile inclusi nell’abbonamento. 

Amazon invece sta lavorando su un proprio servizio di cloud gaming (dal nome Amazon Luna) e altre società come Disney investono da anni nel mercato dei videogiochi.

Diversificare è quindi cruciale, anche per reggere alla competizione di servizi come Twitch o YouTube, per esempio. In questi casi, i contenuti che producono sono video e trasmissioni live, fatti direttamente dalla stessa utenza, e che vengono visti da centinaia di milioni di persone: probabilmente, prima o poi, anche i più noti servizi streaming si dovranno lanciare in questo settore.