Oscar 2024: 20 Days in Mariupol vince come miglior documentario

20 Days in Mariupol come miglior documentario (Foto: ufficio stampa)

Agli Oscar 2024 ha trionfato 20 days in Mariupol diretto da  come miglior documentario.

Continua a gonfie vele la cerimonia di premiazione degli Oscar 2024 a Los Angeles. Un’altra categoria dell’evento che ha avuto luogo nel meraviglioso Dolby Theatre, alla presenza delle dive e dei divi di Hollywood è stata premiata.

Le nomination per il miglior documentario hanno spaziato per genere e argomento, rendendo la scelta degli ultimi cinque molto competitiva. Per questo motivo abbiamo scelto di raccontarvi le trame, con la speranza di poterli vedere al cinema anche in Italia.

Miglior documentario 2024: i candidati

Ad aprire la cinquina è Bobi Wine: The People’s President diretto dai registi Moses Bwayo, Christopher Sharp e John Battsek. Il protagonista è proprio Bobi Wine, uno dei musicisti più amati dell’Uganda, che gli permette di essere un punto di riferimento per il suo popolo. Di fatti, attraverso la musica riesce a dar voce a chi non l’ha mai usata per farsi sentire ai poteri alti arrivando a diventare anche membro indipendente del Parlamento. Il suo scopo principale è difendere la gente del ghetto, andando – insieme alla moglie Barbie – contro tutto e tutti, in nome della democrazia.

Il secondo titolo è The Eternal Memory diretto da Maite Alberdi. La storia d’amore che dura da oltre vent’anni tra l’attrice Paulina Urruita e il giornalista Augusto Gòngora è al centro di questo documentario. Nello specifico, la regista – insieme ai diretti interessati – ha preso in considerazione gli ultimi quattro anni di vita di Gòngora, tra vita privata, lavoro fino alla terribile diagnosi del morbo di  Alzheimer, che lo ha portato alla morte il 19 maggio 2023.

Per Four Daughters diretto di Kaouther Ben Hania e Nadim Cheikhrouha, il dramma ci  porta a conoscere la storia di Olfa Hamrouni e le sue quattro figlie. Quando due delle quattro ragazze si ribellano, spariscano improvvisamente. Con l’andare avanti del racconto, tra cronaca e favola, viene svelato che fine hanno fatto Rahma e Ghofrane.

To Kill a Tiger sotto la direzione di Nisha Pahuja, Cornelia Principe e David Oppenheim racconta la storia di un contadino indiano che si trova a dover difendere con tutte le sue forze, la figlia 13enne brutalmente violentata da una banda di uomini. Se atti del genere una volta venivano ignorati, oggi tutto sembra essere cambiato, portando l’uomo a doversi rapportare in un nuovo contesto sociale e morale.

E infine, 20 Days in Mariupol diretto da Mstyslav Chernov, porta sullo schermo una squadra di giornalisti alla vigilia dell’invasione russa in Ucraina, nella città di Mariupol. I report, tra le bombe che cadono, la mancanza di cibo, elettricità e acqua, continuano a raccontare ciò che accade nella città assediata dai soldati russi. Quando il giornalista Chernov si trova a chiedersi se sia giusto mostrare quella situazione, sono gli stessi cittadini di Mariupol che lo implorano di continuare a riprendere per far vedere al mondo cosa sta accadendo nel loro Paese.

A chi è andato l’Oscar 2024 come miglior documentario

Terminata la carrellata dei documentari candidati, possiamo comunicare che ad aver vinto l’Oscar 2024 è 20 Days in Mariupol vince come miglior documentario.

Vorrei scambiare questa statuetta purché la Russia non invadesse l’Ucraina e vorrei riconoscere quello che è stato fatto e chiedere ai russi di rilasciare gli ostaggi e riconoscere i soldati che stanno lottando per il loro paese ma non posso. Però tutti insieme possiamo fare in modo che questa storia venga raddrizzata e che la verità possa prevalere e che le persone di Mariupol non vengano mai dimenticate perchè il cinema crea i ricordi e i ricordi creano la storia. Grazia Ucraina“.