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Quando il sogno americano va in frantumi: i film da vedere prima di The Last Showgirl

Il “sogno americano” esiste davvero? Sono tantissimi i film che se lo sono chiesto e, nella maggioranza dei casi, la risposta è stata quantomeno dubbiosa.

Il “sogno americano” consiste nel crede che tutti abbiano la possibilità di realizzarsi, a prescindere dalle loro condizioni sociali, negli Stati Uniti d’America: terra di opportunità per chiunque, anche per chi ci arriva da lontano. Crederci davvero significa essere persone piuttosto ottimiste, e in effetti, sono molto più numerosi i film che raccontano l’infrangersi di questo sogno rispetto a quelli che invece ne danno una lettura più speranzosa, come per esempio Minari e The Right Stuff.

Uno degli esempi più recenti di questo filone cinematografico disilluso sul sogno americano è sicuramente The Last Showgirl, film diretto da Gia Coppola, che racconta di una stripper ormai 57enne di nome Shelley (Pamela Anderson), che dopo una lunga e gloriosa carriera durata ben trent’anni, assiste alla fine di quel mondo di cui si considerava una regina. Ma di esempi celebri di sogni americani caduti in frantumi ne è piena la storia del cinema.

Pamela Anderson in the Last Showgirl (fonte: Be Water Film) - NewsCinema.it
Pamela Anderson in the Last Showgirl (fonte: Be Water Film) – NewsCinema.it

Il Petroliere

Il Petroliere

 non è solo l’epica del self-made-man di un anti-eroe machiavellico e bugiardo costruitosi da solo passo dopo passo nel rincorrere un sogno americano nero come il petrolio, ma è (anche) il racconto di un uomo che vive solo nelle zone d’ombra di chiaroscuri ontologici.

Quasi fosse l’anima nera del sogno americano, il desiderio di benessere e felicità diventano lungo il corso degli anni avidità, violenza e sopraffazione (che lo porteranno nel tempo a una disperata solitudine). Ne fanno le spese tutti quelli che si trovano a ostacolarlo, provocarlo, ingannarlo. Ma ne fa le spese anche il figlio adottivo, menomato da un incidente che lo rende sordo e abbandonato per alcuni anni in un ricovero. Un figlio che lo ama più di quanto sia amato.

The Wrestler

Come non leggere nella straziante figura di Randy “The Ram” Robinson, protagonista di The Wrestler, la disfatta di un’intera nazione, la Caduta di un Impero fondato su di una mera illusione di Onnipotenza? Il simbolo di una atroce disfatta consumata sul ring della finzione.

Se l’America di Rocky era per i vincenti, questa rappresentata in The Wrestler è per chi non solo si sveglia e scopre che il sogno americano è, per l’appunto, solo un sogno, ma non ha più nessuna voglia di continuare a illudersi trovando ogni volta un buon motivo per sognare qualcosa che, si sa già, non potrà essere raggiunta.

Una scena da Quarto Potere (fonte: I Wonder Pictures) - NewsCinema.it
Una scena da Quarto Potere (fonte: I Wonder Pictures) – NewsCinema.it

Quarto Potere

Ispirato alla figura dell’imprenditore William Randolph Hearst, noto per aver costruito un imponente impero editoriale, il film racconta la vicenda del magnate dell’editoria Charles Foster Kane (Citizen Kane è infatti il titolo originale, dopo quello provvisorio di American) che muore abbandonato da tutti.

Il film si sviluppa in un lungo flashback che ripercorre la vita di Kane: dalle umili origini, passando per l’improvvisa ricchezza dopo che la sua famiglia eredita una miniera d’oro, fino alla creazione di un impero dell’informazione che lo renderà sempre più solo e assetato di potere. Welles costruisce la parabola di un uomo che rappresenta tutte le ambiguità del Sogno Americano.

The Brutalist

Uno degli esempi più recenti di decostruzione del sogno americano è sicuramente rappresentato dalla monumentale opera di Brady Corbet. The Brutalist, infatti, racconta le insidie del capitalismo estremo, che sfrutta gli altri, i più deboli, che siano essi operai o artisti e creativi come László Toth.

Ma il film ha anche un altro potere, quello di abbattere le luci di Hollywood sul sogno americano, mostrando i sacrifici necessari ad arrivare a quel sogno. È il paradosso dell’immigrato, che arriva negli Stati Uniti per scappare all’oppressione e si aspetta di essere accolto con benevolenza, ma non è mai così. Il sogno di László, quello promosso dalla stessa America che prometteva di realizzare ogni ambizione dei suoi abitanti e di chi viene da fuori, è destinato a rimanere frustrato.

Un uomo a nudo

Il leggendario film di Frank Perry e Sydney Pollack (non accreditato) è la metafora perfetta del sogno americano. Ned Merrill, un impresario teatrale, fa visita a una famiglia di amici e nuota nella loro piscina. Prima di tornare a piedi e in costume da bagno alla sua villa, decide di tuffarsi in tutte le piscine che trova lungo la strada.

All’inizio del film, Ned appare come un uomo di successo: ricco, rispettato e felice padre di famiglia, ma dopo un bacio non ricambiato il film assumerà un tono più cupo, lasciando emergere le amare verità che il protagonista ha rimosso. L’uomo, si scopre, è pieno di debiti ed è disprezzato dai vicini e dalla sua stessa famiglia.

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Davide Sette
Davide Sette
Giornalista cinematografico. Fondatore del blog Stranger Than Cinema e conduttore di “HOBO - A wandering podcast about cinema”.

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