Festival
Vincent Paterson al Biografilm: “Michael Jackson aveva paura di tutto, ma era una persona straordinaria”
Uno tra i più importanti ospiti di questa nona edizione del Biografilm Festival è il coreografo di fama mondiale Vincent Paterson, che ha lavorato con veri e propri miti del panorama musicale internazionale, come Michael Jackson, Madonna e Bjork. Giunto a Bologna in occasione della proiezione di The Man Behind the Throne, il documentario della regista svedese Kersti Grunditz che racconta la sua carriera artistica e parte del suo cammino personale, Paterson ha raccontato la sua esperienza, dichiarando che fare questo film lo ha aiutato ad aprirsi e a capire quello che ha dentro, ripercorrendo la sua vita da quando era un ragazzo di formazione cattolica con la passione del teatro, fino all’inizio della sua carriera come coreografo a fianco al Re del Pop Michael Jackson, fino ai palcoscenici più prestigiosi.
“Il mio passato è parte del mio presente” ha dichiarato, parlando in modo molto amichevole e sincero con noi giornalisti, lasciando trasparire la sua estrema semplicità e simpatia, nonostante il suo grande talento e una vita ricca di esperienze interessanti ed uniche. Ricordando le grandi star con cui ha lavorato, ha sottolineato la differenza di prospettiva per esempio tra Michael Jackson e Madonna, sia nel loro modo diverso di approcciarsi al pubblico, sia nel modo di lavorare. “Michael lavorava tanto già da quando era molto piccolo. Ha sempre lavorato molto duramente e arrivava a provare per cinque ore di seguito anche un solo passo di un’intera coreografia. Amava i film, soprattutto quelli in bianco e nero e le star del cinema. Madonna invece aveva bisogno di pianificare quello che doveva fare e ovviamente doveva lavorare più duramente di Michael, perchè per lei non era una cosa così naturale. Ma è molto sveglia, conosce e adora l’arte, la moda, la fotografia e tutti questi mondi influenzano la sua personalità e il suo lavoro“. Un artista mosso molto dalla sfera emotiva e dalle vibrazioni dell’anima, Paterson ha lavorato non solo a teatro ma anche al cinema a fianco di due grandi registi come Steven Spielberg e Lars Von Trier. Quest’ultimo lo ha ingaggiato per il film Dancer in the Dark interpretato da Bjork, Palma d’Oro a Cannes. “Per questo progetto è stata importante la varietà, poichè per ogni canzone c’è uno stile diverso e, dapprima Lars lo aveva pensato in un modo, ma poi abbiamo praticamente riscritto il film insieme, rendendolo molto naturalistico. La storia era su una donna che ama i musical ma non è una ballerina, quindi doveva essere credibile e adatto alle esigenze della sceneggiatura“. Felice di aver partecipato a questo progetto, Paterson non nasconde la sua ammirazione per Von Trier e Bjork, dichiarandosi invidioso della loro folle genialità.
Durante l’intervista non si può fare a meno di notare la solarità e l’umiltà di questo artista della danza, ma la tristezza e la commozione lo investono appena comincia a ricordare Michael Jackson e i giorni di lavorazione con lui per Smooth Criminal, Black or White e Thriller. “Scusate, mi emoziono sempre a parlare di Michael. Lui era una persona straordinaria, era come un bambino ma aveva paura di tutto, della gente, di quello che poteva pensare di lui la gente e faceva fatica a capire chi gli volesse veramente bene, anche perchè per prima era proprio la famiglia a comportarsi male con lui. Non si fidava di nessuno, e continuava sempre a dire di voler dare al mondo qualcosa di nuovo. Mi chiedeva di aiutarlo in questo e io ho fatto il possibile“. Ricordando il Re del Pop con le lacrime agli occhi, ci racconta un particolare episodio che conferma questa estrema paura di Michael per il mondo esterno, quando era stata organizzata una festa e molta gente era lì a divertirsi e lui rimase dietro una tenda a guardare da lontano la serata dicendo: “Fammi vedere cosa fa la gente ad una festa“.
L’interessante incontro bolognese si conclude con la sua speranza di poter lavorare con Justin Timberlake, che ammira molto per la sua creatività e professionalità e dichiara che tra i nuovi talent anche Lady Gaga è una grande artista perchè imita Madonna ma lo fa a modo suo, dando un carattere personale a tutto quello che fa.
Festival
Cartoons on the Bay | Bruno Bozzetto presenta il suo nuovo progetto di animazione Sapiens?

Bruno Bozzetto a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
La giornata conclusiva di Cartoons on the Bay ha visto la presenza di Bruno Bozzetto, genio dell’animazione e autore di alcuni dei film animati che maggiormente hanno influenzato l’immaginario moderno (televisivo e cinematografico). Bozzetto ha presentato in anteprima alcune immagini del nuovo progetto di animazione Sapiens?.
Bruno Bozzetto è attualmente al lavoro, con il sostegno della Rai, su tre diversi cortometraggi accomunati da un tema particolarmente caro al regista: quello della sostenibilità ambientale e dei diritti degli animali. L’evento dedicato al cinema d’animazione e ai nuovi linguaggi, giunto alla sua 27esima edizione, è servito come occasione per mostrare in anteprima alcune immagini del suo nuovo progetto Sapiens? (con un punto interrogativo che racchiude tutto il senso del lavoro), composto da corti diversi e caratterizzati ognuno da uno stile visivo peculiare (dal 3D all’animazione bidimensionale più minimale) e basati, come già accaduto in passato nella filmografia di Bozzetto in Allegro non troppo, su componimenti di musica classica: dall’ouverture Coriolano di Beethoven al Verdi di Un giorno di regno.

Bruno Bozzetto a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
“Quando c’è la colonna sonora, metà del lavoro lo considero fatto”, ha spiegato Bozzetto, che ha voluto raccontare anche le ragioni personali che si celano dietro alla scelta della tematica ambientalista e animalista. “Mi è capitato ultimamente di crescere in casa una pecora, che la mamma aveva abbandonato. Insieme con mio figlio me ne sono preso cura per un mese nel salotto e ho subito notato un’intelligenza che non pensavo questo animale potesse avere. Siamo da sempre abituati ad immaginare le pecore come animali che seguono il gregge, privi di complessità. E invece questa pecora mi ha dimostrato che non è così. Adesso, essendo cresciuta in casa, probabilmente è convinta di essere un cane e non smette di inseguire il mio gatto. Ma questo vale anche per altri animali, come ad esempio le galline della mia vicina di casa, che riescono a distinguere colori e forme, o ancora il maiale di un altro mio conoscente, che vive in casa sua senza sporcare ed è in grado di dimostrare il proprio affetto in modi che mai avrei immaginato potessero appartenere ad un suino”.
“Noi uccidiamo queste creature così sensibili solo per provare un sapore piacevole nella bocca”, chiosa Bozzetto. “Dovremmo cominciare a porci delle domande. E sicuramente l’animazione può aiutare a raggiungere i giovanissimi, può contribuire a far nascere in loro una diversa sensibilità verso queste creature. Il segreto, penso, è quello di rendere evidente la loro intelligenza e le loro emozioni, rendendole quanto più possibile vicine a quelle dei personaggi umani. Anche in passato la schiavitù o l’oppressione delle donne erano considerate cose normali, cose che facevano parte della tradizione umana. Poi il mondo è cambiato. E non è detto che non possa cambiare anche in questo”. Non è quindi un caso che i protagonisti di due di questi tre nuovi cortometraggi siano proprio gli animali, da quelli più grandi e ampiamente rappresentati al cinema (balene, leoni ecc.), quelli la cui esistenza è minacciata dall’inquinamento antropico e dalle attività industriali umane, fino a quegli animali che siamo soliti considerare fastidiosi o, in alcuni casi, repellenti, come il ragno, soggetto principale dell’unico corto in 3D del progetto (un ragno che, nelle prime immagini mostrate, lo vediamo mentre tenta di risalire con difficoltà dal lavandino in cui è caduto). “Negli ultimi 40 anni l’attività umana ha causato la scomparsa del 60% dei mammiferi, rettili, pesci e uccelli presenti in natura. L’animazione può essere un modo per documentare questa scomparsa”.
Il terzo cortometraggio, quello con il tratto di disegno più elementare e classicamente “bozzettiano”, tratta invece il tema della guerra e delle armi attraverso una rocambolesca parata militare fatta di linee che si spezzano, si intersecano e si inseguono. “È un tema che mi ha sempre interessato e che ovviamente adesso ha assunto anche una connotazione tragica di attualità”, spiega Bozzetto. “Si tratta di lavori molto diversi da quelli che ho realizzato in passato, quando lavoravo con gruppi ristrettissimi di persone, con quattro o cinque collaboratori fidati. In questo caso, mi trovo a confrontarmi con giovani animatori usciti dalle migliori scuole di animazione, con nuovi talenti in questo ambito, e a rapportarmi con studi in cui lavorano centinaia di persone. È diverso, ma altrettanto bello. Da animatore sono diventato scrittore, perché mi trovo a dover descrivere minuziosamente come deve essere il risultato finale a chi lo deve animare”.
Le ispirazioni di Bruno Bozzetto
“Uno dei titoli che inizialmente avevo pensato per questo progetto, che probabilmente diventerà un mediometraggio composto dai tre diversi corti, era: Allegretto, non troppo. Un titolo che tiene conto dell’ispirazione musicale, richiamando il mio vecchio lavoro del 1976, ma anche dei temi trattati, tutt’altro che allegri”, scherza Bozzetto, che non si è sottratto anche ad alcune domande dal pubblico. “Io mi entusiasmo per tutto”, ha risposto a chi gli chiedeva quali fossero oggi le sue principali fonti di ispirazione. “Sono un grande appassionato di cinema, specialmente dei film di Woody Allen e dei fratelli Coen. Quando ero più giovane i miei miti cinematografici erano sostanzialmente tre: Federico Fellini per l’immaginazione smisurata, Jacques Tati per l’umorismo e Stanley Kubrick, che è riuscito a creare un capolavoro con ogni suo film pur cambiando sempre genere”.

Bruno Bozzetto e Roberto Genovesi a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
“Quello che consiglio ai giovani è di leggere molto, di essere sempre curiosi e soprattutto attenti alla vita che ci circonda. Un grande scrittore può penetrarti nell’animo e cambiarti la vita, ma anche le cose apparentemente insignificanti possono essere lo spunto per un’idea. Dobbiamo essere sempre pronti a cogliere questi spunti per alimentare la nostra creatività. I giovani, all’inizio della loro carriera, devono poter essere liberi di sperimentare, di giocare con quello che vogliono”, continua Bozzetto.
“È stata proprio questa mia curiosità, la mia naturale predisposizione ad entusiasmarmi per qualsiasi cosa, a farmi lavorare, ad esempio, con una persona speciale come Piero Angela per la rubrica Quark. Lessi un suo libro e immediatamente mi immaginai un ipotetico film su quelle tematiche scientifiche che lui raccontava con quella prosa così chiara. Allora gli scrissi una lettera, sapendo che sarebbe stato difficile commercialmente giustificare un lungometraggio animato tratto da un saggio di Angela. Ma qualche tempo dopo si presentò l’occasione di lavorare insieme per il programma televisivo. È stata una collaborazione che è durata dieci anni e che ancora oggi rappresenta il lavoro più bello e piacevole della mia vita, trascorso senza mai un problema e grazie al quale ho imparato tantissime cose di cui sono grato”.
Festival
Cartoons on the Bay: Peter Lord premio alla carriera | “La Aardman? Nata con 25 sterline”

Peter Lord a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
Peter Lord, geniale co-fondatore della Aardman Animations, ha ricevuto il premio alla carriera di Cartoons on the Bay 2023. In una masterclass con gli operatori del settore, ha rivelato le origini dello studio e svelato qualcosa sul prossimo film di Galline in Fuga.
“Per la sublime capacità di dare un’anima a pupazzi di plastilina da lui trasformati in grandi attori capaci di recitare con la duttilità espressiva e un’ironia degni dei più grandi interpreti del cinema mondiale”. Così recita la motivazione con cui è stato assegnato a Peter Lord, geniale co-fondatore della Aardman Animations, il premio alla carriera di Cartoons on the Bay 2023.D’altronde, già Martin Freeman, che per Lord aveva doppiato uno dei pirati del film Briganti da Strapazzo, aveva ammesso che senza la Aardman “il mondo sarebbe un mondo decisamente meno sciocco e decisamente meno divertente”.

Il pupazzo Moph nelle mani del suo creatore Peter Lord (fonte: NewsCinema.it)
E il marchio di fabbrica della Aardman lo si può riconoscere già dal primo, brevissimo, cortometraggio realizzato da Peter Lord e David Sproxton nel 1972, muniti di una bolex 16 mm e un’enorme passione per le “cose stupide”. Protagonista di quel corto embrionale, venduto per 25 sterline alla BBC per il programma Vision On, era un supereroe chiamato appunto Aardman. “Il nome derivava dalla fusione di due parole: Aardvark (oritteropo in italiano, ndr) e Superman. Non c’è una ragione specifica, semplicemente il termine aardvark ci faceva ridere e Aardman Animations divenne il nome della nostra azienda quando la BBC ci chiese a chi avrebbero dovuto intestare l’assegno”, spiega Lord. “Inoltre, è interessante notare come il nostro primo lavoro non sia stato realizzato con la plastilina, per cui poi siamo diventati famosi, ma in pellicola. Nonostante tutti ci associno alla stop-motion con la plastilina, non abbiamo alcuna pregiudiziale sulle tecniche d’animazione da utilizzare. Non è quello che, secondo noi, determina o meno la bontà di un film”.
Dopo quell’esordio nella BBC, alcuni spot televisivi e video musicali (ad esempio quello per il brano Sledgehammer di Peter Gabriel), la Aardman sfonda nel panorama internazionale del cinema d’animazione con successi come Galline in fuga, Wallace & Gromit (premio Oscar nel 2005), Giù per il tubo e la saga di Shaun, vita da pecora. Tutto, però, nasce da quel primo personaggio realizzato con la plastilina e utilizzato come mascotte del programma per bambini della Bbc, dedicato ad arte e lavoretti, dal titolo Take Hart, trasmesso fino al 1983, e condotto dall’artista Tony Hart. Peter Lord stringe tra le mani il suo Morph e spiega: “Sicuramente questo piccolo pupazzo di plastilina non è dettagliato come i modelli dei film in stop-motion più recenti, ma all’epoca era quello che serviva. Era elementare, ma divertente”.
“Ci sono cose che è difficilissimo spiegare perché funzionano. Semplicemente funzionano e basta. E questo è particolarmente vero per il cinema d’animazione”, prosegue Lord. “C’è ad esempio una serie di corti realizzati da Rich Webber dal titolo Purple and Brown (che sono poi i due protagonisti, ndr) che mi fa morire dal ridere, ma non riuscirei a descrivere a parole il perché. C’è gente come Rich che ha un innato senso per l’umorismo, per le cose che fanno ridere. È qualcosa che si ha dentro di sé, che non segue delle formule precise. E, ovviamente, quello stesso senso per la gag lo ha, in maniera ancora più accentuata e sofisticata, Nick Park, ideatore dei personaggi come Wallace e Gromit. Spesso nel mondo del cinema si usa il termine genio a sproposito, ma nel caso di Nick è proprio così. È un genio dell’umorismo, ancor prima che dell’animazione”.
Peter Lord e il futuro della Aardman
Ma cosa aspettarsi dal futuro della Aardman Animations? Per l’autunno 2023 arriverà il sequel d’animazione Galline in fuga 2, o meglio Chicken Run 2: Dawn of the Nugget, con il sottotitolo originale “L’alba della crocchetta” che ammicca evidentemente alle popolari pepite di pollo dei fast-food. “Con l’avvento di Netflix, il nostro lavoro è completamente cambiato. Prima i nostri unici interlocutori erano i broadcaster (la BBC, appunto) e per questo i progetti che facevamo dovevano avere tutti un taglio specifico che era quello televisivo. Adesso, con il proliferare delle piattaforme streaming, il numero degli interlocutori è aumentato e, per quello che ci riguarda, Netflix è stato un partner eccezionale per la realizzazione di Galline in Fuga 2”, ammette Lord.
Un endorsement, quello a Netflix, condiviso anche da Ian Mackinnon, co-fondatore della Mackinnon & Saunders, anche lui ospite di Cartoons on the Bay 2023 e protagonista sul palco subito prima della masterclass di Lord. Mackinnon, leader di fama mondiale nello sviluppo dei personaggi nel settore dell’animazione e produttori di stop motion e animazione digitale 2D di alta qualità, ha citato ad esempio il caso del Pinocchio di Guillermo Del Toro, per il quale il suo studio ha realizzato i modelli dei personaggi: “Eravamo in contatto con Del Toro dal 2008 per questo film, ma Guillermo non era disposto ad accettare compromessi sulla sceneggiatura e sul tono della storia. Era un progetto che gli stava a cuore e voleva realizzarlo esattamente come diceva lui. Abbiamo aspettato più di dieci anni, ma alla fine sono stati quelli di Netflix gli unici a garantire a Del Toro la libertà creativa necessaria, e ovviamente il budget giusto, per realizzare il suo sogno”.
Al di là però degli aspetti produttivi ed economici, la regola fondamentale rimane una e una soltanto: “Divertirsi”, afferma Lord. Quando giriamo un film della Aardman siamo noi i nostri primi spettatori e ridiamo a crepapelle delle nostre stesse idee e delle nostre stesse gag. Ci sostituiamo ai personaggi e proviamo noi le scene prima di riprodurle con le miniature. Se una cosa fa ridere noi, allora probabilmente farà ridere anche gli altri. Senza questo, non può esserci tutto il resto”.
Festival
Cartoons on the Bay | tutti i premi della 27esima edizione

Locandina Cartoons on the Bay realizzata da Monica Manganelli
Con la cerimonia di premiazione si chiude la 27 ª edizione di Cartoons on the Bay, il Festival dell’animazione televisiva, della transmedialità e della meta-arte, promosso da Rai e diretto da Roberto Genovesi per Rai Com, in collaborazione con la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara.
Nei quattro giorni a Pescara, la manifestazione ha visto una grande affluenza di pubblico di tutte le età e di tanti professionisti del settore. Molto affollate anche le tante iniziative proposte da Rai Com in Piazza Salotto, per bambini e ragazzi.

Una scena di Where is Anne Frank, vincitore del premio come miglior film animato (fonte: IMDB)
Per la categoria Lungometraggi d’animazione, la Giuria composta da Flavio Natalia (Direttore, Ciak), Pedro Armocida (Saggista e Giornalista) e Max Giovagnoli (Transmedia Producer), ha assegnato i seguenti premi:
Best Animated Feature – Where Is Anne Frank di Ari Folman (Belgio) prodotto da Le Pacte
Per l’eleganza narrativa, tecnica e artistica con cui affronta la nostra Storia, per la leggerezza e la sobrietà dello sguardo con cui tutto nel racconto oscilla magicamente tra reale e immaginario, sfiorando personaggi e pubblico con leggerezza e profondità.
Il film vince anche il Pulcinella Ciak d’Oro, assegnato dal direttore di Ciak Flavio Natalia.
Un’opera che usa le diverse tecnologie d’animazione per raccontare una storia di enorme impatto civile in una chiave originale di grande efficacia nel dialogo con le nuove generazioni.
Best Director – Metamorphosis di Michele Fasano (Italia) prodotto da Sattva Films Production and School srl
Per la capacità di contaminare stili, materiali e linguaggi dell’animazione, del live action e del reportage mostrando di aver raccolto la lezione più matura del contemporaneo in modo intimo e originale.
Best Screenplay – Oops, I Murdered The Person The Person I Like Likes di Ross Ozarka (New Zeland) prodotto da Ross Ozarka Films
Per la grande capacità creativa nel passaggio dallo script al film, e per il lavoro sull’evocatività del testo e sul minimalismo della sua soluzione produttiva.
Best Animation – The Amazing Maurice di Toby Genkel (Germania) prodotto da Ulysses Filmproduktion GmbH, Cantilever Media Limited
Per aver saputo coniugare il ritmo del musical, i calembour della letteratura per ragazzi e la passione per le “animal star” e il character design dell’animazione 3D contemporanea in modo divertente e tecnicamente efficace
Best Soundtrack – Saleem di Cynthia Madanat Sharaiha (Giordania) prodotta da Digi Tales
Per la capacità di raccontare il Medio Oriente con profondità e lontano dagli stereotipi, rendendo la musica e il lavoro sul suono parte fondamentale del racconto, del vissuto e della capacità empatica dei personaggi.
Di seguito i riconoscimenti assegnati dalla Giuria composta da Alain Bidard (Regista), Alessia Di Giacomo (Platforms and channels Director, RTVE Corporación), Marco Lanzarone (Direttore della Direzione Radio Digitali Specializzate e Podcast), Arne Lohmann (Vice President Junior, ZDF Studios) e Ian Mackinnon (Creative Director, Executive Producer & Founder, Mackinnon & Saunders Ltd), con le seguenti motivazioni:
Best Preschool TV Show – Leo’s World di Dario Piana (Italia) prodotto da Rai Kids e Brand-Cross srl
Per la sensibilità con cui un tema tanto delicato è stato trattato, in modo che anche i bambini affetti da autismo possano sentirsi capiti. Per la profondità con cui sono stati concepiti i personaggi.
Best Upper Preschool TV Show – Team Nuggets di Michael Hegner & Tor Fruergaard (Danimarca) prodotto da Godo Films
Per la profondità realizzativa, la capacità di coinvolgere il pubblico a cui è dedicato e per il modo in cui vengono raccontate le storie. Per come riesce ad affrontare le emozioni e per l’abilità con cui crea una connessione profonda con il pubblico.
Best Kids TV Show –Mystery Lane di Cédric Lachenaud (Francia) prodotto da Hari Studios
Per la storia coinvolgente e sofisticata. Per l’elevata qualità dell’animazione egregiamente elaborata e dinamica, così come la regia, che ha saputo trattare in maniera espressiva l’argomento.
Best Youth Tv Show – Clay Economy di Bibiana Petrera e Monica Fibbi (Italia) prodotto da Uffa srl
Per l’originalità con cui l’economia è stata presentata ai bambini. Un’idea senza precedenti, la cui esecuzione è stata ben realizzata. Per la comicità con cui è stato affrontato l’argomento, un nuovo format che tratta una tematica complessa in modo molto originale.
Best Interactive Animation – Hogwarts Legacy (USA) prodotto da Avalanche Software
Per l’elevata interattività. Lo spazio in cui è ambientata la storia è lontano dalla realtà, sorprendente e inaspettato, capace di coinvolgere il pubblico e rendere la trama avvincente.
Best Live Action Or Hybrid Tv Show – Mimi’s World di Aidan Largey (United Kindom) prodotto da Adastra Development
Per l’elevato grado di coinvolgimento presente in tutta l’opera, per l’eccezionale design e per l’interazione con i bambini, coinvolti grazie alla vivacità e ai tanti colori. Per il lavoro qualitativamente elevato, avvincente e adatto al target che facilita l’accesso dei bambini al mondo immaginario della serie.
Best TV Pilot – Freaked Out Train Brain di Théo Grosjean, Timothy Richard (Francia) prodotto da Autour de Minuit
Per la sua originalità, e capacità di coinvolgere il pubblico. L’animazione concitata, la suspence e il design hanno contribuito ad appassionare il pubblico.
Best Short Film – Caramelle di Matteo Panebarco (Italia) prodotto da Panebarco srl e Mediterraneo Cinematografica
Per la storia toccante che insieme allo stile e all’ambientazione hanno consentito di creare un lavoro unico nel suo genere. Per la singolarità e il modo di raccontare una storia avvincente. Per la grande capacità di rappresentare la categoria in cui è inserito, grazie a un’animazione e un character design di alta qualità.
Vincitore Targa UNICEF “Premio Speciale al Miglior Prodotto a Carattere Sociale” scelto tra tutti i titoli selezionati al Festival: Nel mare ci sono i coccodrilli di Rosalba Vitellaro (Italia) prodotto da Rai Kids e Larcadarte
Racconta in modo emozionante la storia di Enaiatollah Akbari, un bambino afgano costretto a lasciare il suo paese da solo per salvarsi dalla guerra, dalla violenza, dalla povertà. Enajatollah è il simbolo di tutti i bambini che oggi sono in fuga dalle loro vite alla ricerca di un luogo sicuro che li accolga. In ogni paese incontra creature strane e incomprensibili: sono uomini che ridiventano umani solo dopo un atto di compassione e gentilezza. Ogni bambino è prima di tutto un bambino, non fa differenza da dove provenga, ha i propri diritti e merita una giusta possibilità. Le leggi internazionali devono regolamentare e garantire che questo avvenga, ma i gesti che ognuno può fare cambiano concretamente la vita delle persone.
Meta Award a Hello Kitty
A Sanrio co Ltd, per aver dimostrato di saper raggiungere target differenti, dal bambino all’adulto, attraverso le operazioni legate al brand Hello Kitty all’interno del metaverso.
Gender Award a Monica Manganelli
Per aver saputo delineare con vigore e originale estro artistico la battaglia per i diritti delle donne e della condizione femminile attraverso la rappresentazione di eroine fuori dal tempo.
I premi alla carriera di Cartoons on the Bay 2023

Ian Mackinnon a Cartoons of the Bay (fonte: NewsCinema.it)
Nel corso della cerimonia di premiazione sono stati anche consegnati i premi già annunciati nelle giornate del Festival:
Career Award a Ari Folman
Per la capacità di usare il medium dell’animazione come prezioso mezzo di divulgazione storica.
Career Award a Peter Lord
Per la sublime capacità di dare un’anima a pupazzi di plastilina da lui trasformati in grandi attori capaci di recitare con la duttilità espressiva e un’ironia degni dei più grandi interpreti del cinema mondiale.
Studio of the Year Award a Mackinnon & Saunders
Per aver cambiato le sorti dell’animazione stop motion in tutto il mondo nei suoi trent’anni di attività, ispirando due generazioni di bambini e continuando a sperimentare tutte le tecniche possibili.
Transmedia Award a Cuphead
Con un’opera interattiva che già omaggiava un amore senza confini per l’animazione classica, arrivando al successo della serie animata, StudioMDHR si è reso artefice di una nuova esperienza transmediale senza precedenti.
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