Chemical Hearts | la recensione del teen movie con Lili Reinhart

Da Richard Tanne, già regista del biopic sul giovane presidente Obama, Ti amo Presidente, arriva su Amazon Prime Video un racconto di formazione romantico, tratto dal romanzo I nostri cuori chimici di Krystal Sutherland (in Italia pubblicato da Rizzoli). Protagonisti di Chemical Hearts sono i due giovani interpreti Lili Reinhart, apprezzatissima star della serie Riverdale, e Austin Adams, recentemente apparso sul piccolo schermo nella serie Euphoria, accolta molto positivamente negli Stati Uniti. 

Chemical Hearts | la trama del film 

Henry Page, studente all’ultimo anno di liceo, ha una grande passione per la scrittura. Pur affascinato dall’obiettivo di dirigere il giornale scolastico, il ragazzo ritiene che la sua scrittura sia ancora troppo limitata dalle poche esperienze di vita vissuta e in particolare dal fatto che non si è mai innamorato. Quando gli viene proposto di codirigere il giornale con Grace Town, entrambi i suoi desideri rischiano di avverarsi.

Grace però si dimostra fin da subito sfuggente, inviando segnali contradditori e rivelando la presenza di un enorme trauma nel suo passato ancora da superare. Henry cercherà quindi di comprendere le difficoltà della ragazza,  aiutandola nel superare i suoi blocchi emotivi. Ma non sempre i buoni propositi si dimostrano sufficienti.

I due protagonisti

Il film sembra essere ben consapevole che dell’appeal dei suoi due giovani attori sul pubblico di riferimento. Lili Reinhart, tra i protagonisti della serie Riverdale, nei panni di Betty, è infatti il fulcro nevralgico della narrazione: ogni svolta del racconto coincide con un cambiamento emotivo in lei e non stupisce, quindi, che sia il suo il personaggio il più interessante del lungometraggio. Austin Adams, d’altro canto, è stato protagonista di diverse serie, ultima delle quali l’ottima Euphoria, e qui sembra sfruttare bene il suo aspetto gracile per rendere su schermo il desiderio irrealizzato e l’insoddisfazione perenne di Henry, cercando titanicamente di sopperire alle carenze di sceneggiatura.

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Se entrambi ne escono bene, dimostrando un’ottima alchimia sullo schermo, la regia di Tanne si guarda bene dal suggerire un’attrazione davvero sensuale tra i due, scegliendo invece il classico tono agrodolce in contrapposizione a quello spiccatamente melodrammatico.

La ricerca ostinata della metafora

Molto della trama del film si basa sul rimarcare le differenze tra i due ragazzi. Se Henry è figlio di una coppia pacificata, la cui unione è felice, serena, lei si trova ad affrontare problemi in casa. Il ragazzo viene descritto attraverso il kintsugi, ossia l’arte giapponese di riparare ceramiche con l’oro: colleziona un po’ didascalicamente vasi che ha rotto per poi rimetterne insieme i pezzi. È infatti la ricerca ostinata della metafora e dell’eccentricità il vero problema del film. Una ricerca che finisce per cadere presto nel macchiettismo con cui vengono descritti gli amici di sempre: un nerd e una ragazza di colore che cerca di iniziare una relazione lesbica con una compagna di classe.