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E vissero tristi e in fiumi di lacrime…I migliori film romantici che non hanno un lieto fine

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film romantici titanic

Una scena di Titanic – Fonte Foto: Ansa

Come ben si immagina, i migliori film romantici sono quelli che ci presentano un lieto fine coi fiocchi. Il classico “e vissero per sempre felici e contenti” è una formula irrinunciabile del genere. Eppure, esistono molti esempi di grandissime storie d’amore finite “male”: andiamo a scoprire quali sono.

I film romantici possono avere diverse funzioni: suscitare gioia, speranza e gratificazioni. Ma ne esistono anche alcuni descritti come “strappalacrime“, con i finali che somigliano più a una tortura che a una delizia. Inoltre ci sono quelli nel mezzo, capaci di far provare malinconia e benessere al tempo stesso.

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Claire Danes e Leonardo DiCaprio in una scena di Romeo+Giulietta

Quando scegliamo un romance da guardare, è molto importante valutare in quale stato d’animo ci troviamo, oppure che vorremmo raggiungere. Con l’elenco di titoli a seguire, ne proponiamo un’ampia gamma, andando a toccare gli estremi.

Se alcuni mostrano un finale decisamente triste, dove nessuno ne esce felice (o nemmeno vivo), altri ritraggono un romanticismo che conduce a cambiamenti positivi, nonostante l’esito della relazione sentimentale.

Ciò che rende questi film romantici tra i migliori del genere, è sicuramente l’idea di amore come evento trasformativo e l’insistenza sulla necessità di trarre sempre il massimo da ogni esperienza.

I migliori film romantici senza happy end: In the Mood for Love (2000)

Il capolavoro di Wong Kar-wai è uno dei film romantici più belli mai realizzati. Innanzittuto visivamente, con quello stile che lascia a bocca aperta, grazie al suggestivo utilizzo dei colori.

in the mood for love

Una scena di In the Mood for Love

Chow Mo-wan (Tony Leung) è un giornalista da poco trasferitosi a Hong Kong con la moglie, che è spesso via per lavoro. Quando Chow conosce la sua vicina, Su Li-zhen (Maggie Cheung), anche lei spesso sola, dal momento che il marito ha affari che lo tengono lontano da casa, tra i due inizia un bel rapporto. Rapporto che li condurrà a qualcosa di più di una semplice amicizia. Ma solo dopo aver scoperto della relazione segreta tra i loro rispettivi coniugi.

La storia d’amore tra Chow e Su è discreta; la forza del sentimento è reso soprattutto dalle luci rosse che caratterizzano le loro scene insieme. Mentre il verde e il blu colorano i momenti in cui sono a lavoro. Purtroppo, le circostanze non gli permetteranno di continuare la relazione. Chow non riuscirà mai a superare i suoi sentimenti per Su: nel sequel, 2046, Wong Kar-wai esplorerà l’esistenza dell’uomo col cuore a pezzi.

Breve incontro (1945)

Se siete fan del film di Todd Haynes Carol, non potete non guardare Breve incontro. Il film in questione è basato sulla piece di Noël Coward e diretto da David Lean.

Laura Jesson (Celia Johnson) è una casalinga che viaggia in treno ogni settimana. Mentre si trova alla stazione, si imbatte in Alec Harvey (Trevor Howard), un dottore in città per affari. Dalla casualità del loro incontro nasce qualcosa di più profondo, e immediatamente si rendono conto di quanto sia pericoloso il sentimento che provano.

Come in Carol, anche qui si parte e si finisce con la stessa scena: Laura e Alec sono in procinto di salutarsi, quando vengono interrotti da un amico di lei. Incapaci di esprimere ciò che realmente provano, i due si lasciano così, come se niente fosse. Dalla voce di Laura capiremo quanto breve sia stata la loro relazione, ma anche quanto importante.

Titanic (1997) alla guida dei più grandi film romantici

Ovviamente non poteva mancare, nella nostra lista, uno dei film romantici per eccellenza, a cui l’happy end mancato dona ancora più rilevanza, quale Titanic. La storia d’amore tra Jack e Rose è al centro del capolavoro firmato da James Cameron, sebbene tanti siano i generi attraversati dalla pellicola.

All’inizio della traversata, Rose (Kate Winslet) è una giovane benestante, promessa a un uomo meschino e arrivista, di nome Cal (Billy Zane). Sentendosi in trappola e senza speranza, decide di farla finita, gettandosi tra le gelide onde dell’Oceano Atlantico. L’arrivo di Jack (Leonardo DiCaprio), passeggero di terza classe e artista sensibile, cambierà per sempre le esistenze di entrambi.

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Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una scena di Titanic – Fonte Foto: Ansa

Tutti, senza distinzione, conoscono la fine di Titanic, e sanno che non è tra le più allegre. Il transatlantico colpisce un iceberg e affonda, mentre Jack si premura di mettere in salvo, ancora una volta, la sua amata Rose. Una volta anziana, la donna ricorda l’incontro con Jack e la passione vissuta a bordo, ma non è triste perché sa che sta per ricongiungersi a lui.

“Mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.” 

Ritratto della giovane in fiamme (2020)

Sebbene Titanic e Ritratto della giovane in fiamme non sembrino avere molto in comune, la regista del secondo, Céline Sciamma ha un’altra opinione. Sono entrambi film romantici senza un happy end e trattano temi simili. Spiegando perché Titanic era nei suoi pensieri, quando stava girando Ritratto della giovane in fiamme, Sciamma sottolinea l’importanza dell’emancipazione in entrambi i titoli.

Noémie Merlant interpreta Marianne, una pittrice di 18 anni che viene spedita su un’isola remota per fare il ritratto a Héloïse (Adèle Haenel), una giovane donna promessa a un uomo che non ha mai visto. Nel corso del suo lavoro, tra le due nasce un sentimento inaspettato e potente.

Come in Titanic, anche qui è centrale il ricordo della storia d’amore, raccontate dalla voce della protagonista.

Cuori nel deserto (1985)

La pellicola diretta da Donna Deitch è spesso considerata la prima a tematica lesbo con happy end della storia. Solo per questo varrebbe la pena darle un’occhiata. Divenendo uno dei titoli LGBTQ+ più influenti di sempre, Cuori nel deserto è una sbalorditiva storia d’amore con un finale agrodolce ma pieno di speranza.

Helen Shaver interpreta Vivian, una professoressa che viaggia da New York a Reno, in Nevada, per chiedere il divorzio. Siamo nel 1959. Mentre si trova nel ranch guidato da Frances (Audra Lindley), la donna conosce Cay (Patricia Charbonneau), una giovane artista che la sconvolge. Dall’incontro, entrambe impareranno ad affrontare la vita in maniera più libera e selvaggia.

Caratterizzato dal calore, sia letteralmente che figurativamente, il film vanta il nome di Robert Elswit come direttore della fotografia: a lui si devono le inquadrature dei bellissimi paesaggi e delle donne che li popolano – come fossero dei dipinti. Ovviamente non sarà facile, per Vivian e Cay, portare avanti la loro relazione, nell’America di metà secolo, ma alla fine ne usciranno più forti e consapevoli.

Il prototipo dei film romantici: Casablanca (1942)

Considerato uno dei più grandi film romantici di tutti i tempi, Casablanca non invecchia mai. E come tante indimenticabili storie d’amore, anche questa si fonda sul ricordo.

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Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in una scena di Casablanca

Humphrey Bogart è Rick Blaine, un espatriato americano che vive nella città marocchina e possiede un nightclub lì, durante la Seconda Guerra Mondiale. Ilsa (Ingrid Bergman) è la sua fiamma storica, che finisce proprio a Casablanca, in compagnia del marito Victor Laszlo (Paul Henreid). Quest ultimo è il leader della Resistenza ceca ed è un fuggitivo.

Rick ce l’ha con Ilsa per averlo lasciato a Parigi, ma quando scopre il reale motivo che si cela dietro le azioni della donna cambia atteggiamento. Lei vorrebbe rimanere con lui a Casblanca, mentre Laszlo si dà alla fuga, ma Rick la convince a partire. “Avremo sempre Parigi.”

Weekend (2011)

Andrew Haigh confeziona una storia d’amore che ha tutti i presupposti per resistere. Peccato che alla fine duri solo due giorni. Russell (Tom Cullen) e Glen (Chris New) si conoscono in un club di venerdì sera. Ciò che sarebbe destinato a essere una notte e via, si rivela un intero weekend da trascorrere insieme.

Sebbene diversi da tanti punti di vista, i due uomini trovano un terreno comune su cui basare la loro relazione. Attraverso di essa, imparano qualcosa in più su loro stessi, su ciò che vogliono e che hanno passato. C’è chiaramente una data di scadenza alla loro storia, sin dal principio – Glen sta, infatti, per lasciare l’America – ma ciò non fa che renderla più intima e importante.

Romeo + Juliet (1996)

Ok, poco da aggiungere su due figure come Romeo e Giulietta, protagonisti della più grande tragedia d’amore di William Shakespeare. Non si contano su una mano gli adattamenti dell’opera letteraria, ma qui affrontiamo quello a cura di Baz Luhrmann, che vede protagonisti i giovani (all’apoca) Leonardo DiCaprio e Claire Danes.

La pellicola è una riproposizione alquanto barocca in technicolor, ambientata nella fittizia ma geniale Verona Beach degli anni Novanta. Il corto circuito tra i dialoghi del bardo e la modernità del film rende il progetto ancor più accattivante.

West Side Story (2021)

Anche per questo titolo, scegliamo un adattamento più recente, come la versione diretta da Steven Spielberg. Remake dell’originale degli anni Sessanta, West Side Story racconta le vicende di Tony (Ansel Elgort) e Maria (Rachel Zegler), due giovani nati “rivali” ma destinati a vivere una storia d’amore senza confini.

In una New York divisa tra Jets, la gang bianca che lotta per tenere lontani gli stranieri, a cui appartiene Tony, e la gang Portoricana, guidata da Bernando (David Alvarez), fratello di Maria. Nella versione di Spielberg, il focus è tanto sul tema della gentrificazione, quanto sul razzismo e sugli scontri di classe, come se entrambe le gang combattessero per mantenere il loro spazio in una città che sta rapidamente cambiando.

Dentro la notizia (1987)

Dentro la notizia è l’unico film della lista appartenente al genere della commedia romantica. Holly Hunter è Jane, una news-producer di Washington D.C. Aaron (Albert Brooks) è il suo migliore amico, oltre che un reporter di talento, che non ama stare davanti alla telecamera. L’arrivo di un nuovo anchorman, di nome Tom (William Hurt), getta scompiglio nella redazione.

Nonostante Tom rappresenti tutto ciò che Jane odia nei media, finisce per invaghirsene. Ovviamente ciò crea problemi tra lei e Aaron, che in segreto prova sentimenti per l’amica. Non volendo spoilerare troppo, diciamo che potete tirare a indovinare con chi finirà Jane… L’epilogo si rivela, così, cinico o ottimistico a seconda della vostra prospettiva.

And Then We Danced (2019)

Il film di Levin Akin somiglia, per certi versi, a Black Swan, ma senza tutta la parte horror. And Then We Danced racconta di Merab (Levan Gelbakhiani), impegnato ad allenarsi per diventare un ballerino georgiano all’accdemia nazionale. La sua concentrazione, però, viene disturbata dall’arrivo di Irakli (Bachi Valishvili), chiamato come sostituzione dalla compagnia.

Quest ultimo non gode di particolare popolarità, soprattutto a causa della sua arroganza, ma il suo talento lo porta a sostituire Merab in uno dei balletti. Inizialmente visto come acerrimo rivale, Irakli comincia a legare sempre più con Merab, sino a diventare il suo amante.

La scoperta del licenziamento di un ballerino, perché trovato ad amoreggiare con un uomo, spaventa il protagonista e lo spinge a fare un passo indietro. Al di là del discorso sentimentale, la pellicola mette ben in scena il percorso di crescita e di maturazione di un giovane uomo.

Film romantici d’altri tempi: Les Parapluies de Cherbourg (1964)

Se siete fan di La La Land, dovete dare uno sguardo all’opera di Jacque Demy, che senza dubbio deve aver influenzato Chazelle. Anche qui, infatti, troviamo un musical romantico in uno stupefacente technicolor. E, ovviamente due protagonisti che non finiscono insieme.

La città del titotlo, Cherbourg, fa da sfondo alle vicende di Geneviève (Catherine Deneuve), giovane commessa in un negozio di ombrelli insieme alla madre (Anne Vernon), e di Guy (Nino Castelnuovo), un meccanico di cui si innamora e che viene chiamato a combattere nella guerra algerina. Mentre l’uomo è via, Geneviève scopre di essere incinta e finisce per sposare il gioielliere benestante Roland (Marc Michel), sotto insistenza della genitrice.

Il tempismo non gioca evidentemente a favore della coppia di protagonisti. La loro storia procede attraverso la musica e le canzoni. Splendido da guardare e godibile da ascoltare, Les Parapluies de Cherbourg è un capolavoro del romance malinconico.

Prima dell’alba (1995)

Con Prima dell’alba Richard Linklater dà inizio a una trilogia dal fascino intramontabile, ancora oggi considerata un vero e proprio cult. Il primo capitolo presenta una storia d’amore tagliata ben prima che sia davvero sbocciata.

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Julie Delpy ed Ethan Hawke in Prima dell’alba

Ispirato alla reale esperienza del regista, il film segue il giovane Jesse (Ethan Hawke), che incontra, sul treno, la studentessa francese di nome Céline (Julie Delpy). Dopo averla convinta a scendere con lui a Vienna, inizia la loro giornata insieme. Un giorno e una notte a parlare, conoscersi e confidarsi… E, ovviamente, innamorarsi.

Girato in uno stile di “cinema verità”, il film sfrutta al massimo la chimica tra Hawke e la Delpy: le loro conversazioni sembrano così naturali e spontanee da bucare lo schermo. Nonostante il tempo trascorso insieme, i due decidono di non scambiarsi nessun tipo di informazione di contatto e accettano di ritrovarsi, a distanza di sei mesi, alla stessa stazione.

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5 film da vedere per vincere la paura del buio: spegnete la luce!

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The Boogeyman

The Boogeyman – Newscinema.it

Avete visto il nuovo The Boogeyman al cinema? In occasione dell’uscita abbiamo voluto realizzare un video con alcuni consigli di film che affrontano la paura del buio. Li avete visti tutti?

Con il termine “Acluofobia”, dal greco Aclus, si intende la forte paura del buio e degli ambienti oscuri che ha ispirato molti film e serie tv nel corso degli anni. Dall’1 Giugno al cinema c’è The Boogeyman, il nuovo film in cui una famiglia si ritrova ad affrontare una creatura inquietante e minacciosa dopo aver vissuto un grande dolore.

Diretto da Rob Savage, The Boogeyman è basato sul racconto breve di Stephen King e nel cast troviamo Sophie Thatcher, Chris Messina, Vivien Lyra Blair e David Dastmalchian. Questo film ci ha fatto venire in mente altri titoli che hanno affrontato la paura del buio, in un modo o nell’altro e in questo video qui sotto li condividiamo con voi così se volete recuperarli potete prendere appunti, Buona visione!

La paura del buio al cinema

Il buio nasconde sempre qualcosa di inquietante e pericoloso al cinema. Basti pensare al cult The Others o Al Calare delle Tenebre, piuttosto che al The Boogeyman del 2005 o Non avere paura del Buio scritto da Del Toro. Sono tanti i film sull’argomento ma ne abbiamo selezionati alcuni che potrebbero aiutarvi a superare questa paura o alimentarla magari.

Se vi va poi fateci sapere altri film che vi vengono in mente sull’argomento e se questi li avete già visti e vi sono piaciuti. Potete commentare direttamente il video sul canale YouTube MADROG CINEMA e se non siete iscritti fatelo, basta un click e sarete avvisati ogni volta che pubblichiamo qualcosa di nuovo, sempre a tema cinema, serie tv o viaggi. Tutto gratuito!

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I film sui loop temporali: quando la giornata si ripete | #MadVision

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I film sui loop temporali – Newscinema.it

Sono tanti i film e le serie tv che ruotano intorno al loop temporale, e non passano mai di moda. A voi piacciono?

Per la rubrica #MadVision questa volta riflettiamo sui film la cui sceneggiatura ruota intorno al loop temporale, giornate che si ripetono sempre uguali fino a quando succede qualcosa che cambia il corso degli eventi.

Questa struttura la conosciamo bene, esistono moltissimi titoli realizzati in questo modo che in un modo o nell’altro hanno conquistato pubblico e critica e sono rimasti anche nella storia del cinema come piccoli e grandi cult.

Il loop temporale al cinema

Ogni tanto esce un film fatto così e c’è chi li ama e chi li odia. Fin da piccolo ricordo che a me hanno sempre incuriosito, mi attirano istintivamente, quasi come se mi rapissero nel loro divertente vortice.

Ovviamente come per tutto, il prodotto deve essere brillante nella messa in scena, ancor di più oggi che la lista di sceneggiature simili si è ampliata parecchio. Di seguito il post che ho dedicato all’argomento sul mio profilo Instagram @Madraine8 (se ancora non mi seguite date un’occhiata e fatemi sapere che ne pensate).

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Lorenzo Usai (@madraine8)

Edge of Tomorrow, Ricomincio da Capo, Palm Springs e l’horror Auguri per la tua Morte sono solo quattro titoli che ho selezionato per poi chiedere a voi altre idee e confrontarci insieme su questo filone di storie che gioca con il tempo sovvertendo presente, passato e futuro.

Se vi va diteci i titoli che vi vengono in mente, film o serie tv, incastrati in un loop temporale nei commenti qui sotto o su Instagram e buon viaggio nel tempo!

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I 10 film da vedere almeno una volta nella vita

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Una scena de Lo Squalo (fonte: IMDB)

Una scena de Lo Squalo (fonte: IMDB) – Newscinema.it

I film da vedere almeno una volta nella vita sono quelli che, possibilmente, la vita te la cambiano, suggerendoti un nuovo modo di guardare il mondo attorno a te. Ecco quali sono, secondo noi, dieci titoli che bisogna assolutamente aver visto se si è appassionati di cinema. 

Sarebbe impossibile stilare una lista esaustiva dei film “imprescindibili”, quelli che bisogna aver visto almeno una volta nella propria vita. Inevitabilmente, i titoli scelti variano in base ai gusti e alle esperienze personali di ogni spettatore. In questo articolo, quindi, tentiamo in maniera assolutamente parziale di suggerirne dieci da poter inserire nella propria “bucket list”.

Metropolis

Il più grande film di fantascienza della sua era. Alla sua uscita, Metropolis sconcertò il pubblico, diventando poi un’opera  d’impatto inesauribile sull’intera storia del cinema. Fantasia distopica su un mondo verticalmente diviso, l’avveniristica città dell’intelletto e del potere e il sottosuolo della forza lavoro, Metropolis è un capolavoro che trascende il proprio mai risolto messaggio sociale: rivoluzione o conciliazione?

Una scena di Metropolis (fonte: IMDB)

Una scena di Metropolis (fonte: IMDB) – Newscinema.it

Lo Squalo

Quello di Spielberg è stato il primo grande film girato in mare aperto e, di conseguenza, con una produzione travagliata e complicatissima, superando il budget e i tempi di lavorazione previsti anche a causa delle difficoltà tecniche che la storia prevedeva. Nonostante ciò, è stato il prototipo del blockbuster estivo, considerato uno spartiacque nella storia del cinema e come un momento di svolta per l’avvento della Nuova Hollywood.

L’estate di Kikujiro

Non c’è forse film migliore di quello di Takeshi Kitano per avvicinarsi con grazia a quell’umorismo a noi (occidentali) sconosciuto del cinema giapponese, alla sua peculiare visione del mondo e delle relazioni tra persone. Ne L’estate di Kikujiro emerge una forma di tenerezza impossibile da spiegare a parole e tutta contenuta nella rivelazione finale. Più che un film, un’epifania.

I 400 colpi

«Quello di Truffaut è il film più arrogante, più orgoglioso, più testardo, più ostinato, in due parole, il film più libero del mondo. Moralmente parlando. E anche esteticamente». Così scriveva Jean-Luc Godard, commentando I 400 Colpi. Un inno alla libertà, ai sogni, alle illusioni e anche all’innocenza rubata di una adolescenza che a stento fatica ad affacciarsi all’età adulta.

Scena del film Il Monello (fonte: IMDB)

Scena del film Il Monello (fonte: IMDB) – Newscinema.it

Il Monello

Poco più di un secolo ci divide dal capolavoro eterno con cui Charlie Chaplin, per la prima volta, fece ridere e piangere gli spettatori di tutto il mondo, mescolando farsa e poesia, melodramma e comicità slapstick, e raccontando la condizione umana e i sentimenti più profondi attraverso la storia di un bambino abbandonato e di una famiglia reinventata.

Otto e Mezzo

Al suo ottavo film e mezzo, Federico Fellini realizza un potente autoritratto, privo di reticenze, specchiandosi in un regista sorpreso da un’improvvisa crisi creativa, in preda a visioni fantasmatiche del passato e in balia dei rimorsi derivanti dalla sua contraddittoria vita privata. Sarebbe diventata la pietra angolare di tutto quel cinema che vuole raccontare sé stesso e il modello di riferimento per tutti i grandi registi che hanno voluto, ad un certo punto della loro carriera, parlare di loro e del loro lavoro.

Akira

Katsuhiro Otomo scrive e dirige adattando il suo manga omonimo e realizza uno dei più importanti lungometraggi anime di sempre, acclamato manifesto dell’immaginario cyberpunk anni Ottanta, emblematico del binomio carne/metallo, della visionarietà fantascientifica del genere. Da solo trasformò il cinema animato giapponese in un prodotto buono per l’occidente, il primo del suo tipo ad essere distribuito in sala.

Una Separazione

Vincitore dell’Oscar 2012 per il miglior film straniero e dell’Orso d’Oro alla Berlinale, è il film più maturo di colui che viene indicato come il più rilevante cineasta iraniano contemporaneo: Asghar Farhadi. Un film che colpisce, prima di tutto, per una nuova grana stilistica, per complessità narrativa, per limpidezza formale e per il racconto senza sconti di un conflitto familiare che incrocia lo spirito del tempo di un intero Paese.

Sylvester Stallone in Rocky (fonte: IMDB)

Sylvester Stallone in Rocky (fonte: IMDB) – Newscinema.it

Rocky

Cambiare la propria vita è possibile. Sempre. È l’ideale americano fondamentale che Rocky racconta meglio di tutti. Un pugile di quart’ordine si prepara ad un grande incontro attraverso una volontà di ferro e un’obiettivo per il quale sacrificare tutto il resto. Quella scritta da Sylvester Stallone sarà per i decenni a seguire il prototipo delle storie che vogliono raccontare la strada per il successo e il percorso da seguire per cambiare sé stessi e diventare migliori.

Persona

«Sento che con Persona – e più tardi con Sussurri e Grida – sono giunto al massimo a cui posso arrivare, e che in tutta libertà tocco segreti senza parole, che solo la cinematografia può mettere in risalto». Parola di Ingmar Bergman, uno dei più grandi artisti del Novecento, autore di una filmografia che è una gigantesca opera inesauribile: tornare ai suoi film, anche quelli che credevamo di conoscere meglio, vuol dire scoprire ogni volta qualcosa che non avevamo saputo vedere, che non avevamo saputo ascoltare.

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