Le canzoni di Sanremo che non ci siamo più tolti dalla testa | E chi se le scorda

Paola & Chiara
Paola & Chiara (Foto: Ansa) – Newscinema.it

-1 a Sanremo 2024: nella trepidante attesa, non resta che fare un ripasso delle canzoni che più ci hanno fatto cantare, ridere, piangere ed emozionare nella storia del Festival

Manca solo un giorno all’inizio della 74ª edizione del Festival della canzone italiana. Amadeus, i co-conduttori, i giornalisti, i musicisti dell’orchestra e ovviamente i big in gara sono pronti. Ma, soprattutto, è il pubblico da casa a essere pronto, dato che Sanremo è fra le ricorrenze più attese dell’anno, forse ancor di più del Natale.

Probabilmente, infatti, sarebbe difficile spiegare all’estero che cos’è il Festival, dal momento che non è soltanto una kermesse musicale, ma anche un evento mediatico, un fenomeno sociale e di costume, una propagazione di meme online, un momento di raccoglimento, una vera e propria vetrina del nostro Paese.

Amadeus
Amadeus, Sanremo 2024 (Foto: Ansa) – Newscinema.it

Anche quest’anno milioni di telespettatori, con le leghe del Fantasanremo e i pareri sui social, stanno già esprimendo le proprie idee nei confronti dei possibili vincitori (chiedendo a ChatGPT, sarà Angelina Mango la fortunata). Altrettanti, si stanno già invece immaginando quali saranno le canzoni più orecchiabili ed emozionanti.

Nell’attesa di scoprire quali brani, momenti indimenticabili e perché no, anche gaffe, errori e confusioni, ci regalerà Sanremo 2024, ecco un breve ripasso di alcune canzoni delle passate edizioni che non riusciamo più a toglierci dalla testa.

Paola & Chiara, Furore (2023)

Non si può cominciare questa lista senza partire dall’ultimo Festival di Sanremo segnato, tra le altre hit, anche dal grande successo di Paola & Chiara. Il brano, scritto dalle sorelle Iezzi in collaborazione con Jacopo Ettorre e Alessandro La Cava, è stato prodotto da Merk & Kremont e ha segnato il ritorno del duo sulle scene musicali a distanza di dieci anni dallo scioglimento.

Furore, un brano pop influenzato dallo stile musicale di fine anni Novanta e inizio anni Duemila, non ha fatto che riconfermare le sonorità trascinanti di Paola & Chiara, voci di altri indimenticabili successi come Vamos a Bailar (Esta vida nueva) del 2000.

In un’intervista rilasciata a Rockol, le due sorelle hanno dichiarato: “Furore rappresenta un po’ anche la nostra reunion, perché è una parola euforica, forte, che può evocare tante cose come il divertimento, la voglia di stare insieme, la voglia di vivere un sentimento che può non durare per sempre. È un po’ un carpe diem questa canzone”.

Marco Carta, La forza mia (2009)

Sanremo non è solo musica, ma anche meteore. Ne è un esempio Marco Carta che, arrivato sul palco del Teatro Ariston direttamente dal talent show di Maria De Filippi Amici, ha incredibilmente vinto il Festival nel 2009 con la canzone La forza mia. Dico “incredibilmente” perché questo eccezionale traguardo non ha solo rappresentato uno dei successi più grandi del cantante sardo, ma anche paradossalmente uno degli ultimi.

Marco Carta, arrestato nel 2019 con l’accusa di furto aggravato alla Rinascente di piazza del Duomo a Milano, è a poco a poco sparito dalla scena musicale. Eppure, tutti ricorderanno le parole del ritornello di questa canzone, con un testo privo di grande spessore ma tremendamente orecchiabile.

Domenico Modugno, Nel blu, dipinto di blu (1958)

Pietra miliare del Festival di Sanremo e della musica italiana in generale, Nel blu, dipinto di blu, noto anche come Volare, è un brano che tutte le generazioni sarebbero in grado di cantare, con voce liberatoria e sognante. Dopo la vittoria del Festival nel 1958, il brano di Domenico Modugno e Johnny Dorelli cominciò a ottenere un successo planetario sempre più grande, fino a diventare una delle canzoni italiane più famose nel mondo e con il maggiore riscontro commerciale di sempre. La lista di artisti che hanno reinterpretato il brano è pressoché infinita.

La parola che apre il ritornello, Volare, divenuta identificativa della canzone, è stata addirittura depositata alla SIAE come titolo alternativo della stessa. Il brano partecipò anche all’Eurovision Song Contest del medesimo anno, classificandosi al terzo posto.

Luigi Tenco, Ciao amore, ciao (1967)

Ciao amore, ciao è una canzone scritta dal cantautore italiano Luigi Tenco e interpretata (in versioni separate) dallo stesso Tenco e dalla cantante italo-francese Dalida al Festival di Sanremo del 1967. Nonostante la canzone sia tristemente nota per essere indissolubilmente legata al suicidio di Tenco, avvenuto a Sanremo il 27 gennaio 1967 dopo l’esclusione del brano stesso dalla finale del Festival, continua tuttora ad essere una delle canzoni della scena musicale italiana più note, apprezzate, ricordate e cantate.

Dopo la morte di Tenco il Festival di Sanremo, scandalosamente, non fu sospeso ma proseguì come se nulla fosse successo. Poco prima di salire sul palco Tenco disse a Mike Bongiorno: “Questa è l’ultima volta”, al che questi ribatté: “L’ultima volta che canti un brano fox”. Il conduttore avrebbe in seguito raccontato che in quel momento pensava che Tenco avesse “semplicemente” deciso di interrompere la carriera artistica. Ma così non fu.

Vasco Rossi, Vita Spericolata (1983)

E poi ci troveremo come le stars
A bere del whisky al Roxy bar
Oppure non c’incontreremo mai
Ognuno a rincorrere i suoi guai…

Come detto, Sanremo è musica, meteore e successi. Ma non solo: Sanremo è anche sede di paradossi fatti di brani che, ignorati o mal giudicati sul teatro dell’Ariston, hanno poi indelebilmente segnato la storia della musica nostrana nella vita post Festival. Come per la celebre canzone scritta da Vasco Rossi Vita Spericolata, che si classificò al penultimo posto del trentatreesimo Festival di Sanremo.

Nonostante la posizione così lontana dal podio, si tratta da una delle canzoni più conosciute in assoluto tra gli italiani, ripresa da numerosi artisti tra cui Francesco De Gregori, che la inserì nel suo album Il bandito e il campione. Anche Massimo Ranieri fece lo stesso con l’album Canto perché non so nuotare…da 40 anni. Infine, anche Gino Paoli, in una successiva versione terminò la sua Quattro amici con l’inciso di Vita spericolata, cantato per l’occasione dallo stesso Vasco.